Ogni intervento non deve trasformare, ma migliorare la naturalità.
La medicina estetica è una medicina a tutti gli effetti e non può prescindere da un approccio diagnostico, come tutte le discipline della vastissima gamma di specialità della scienza medica. E’ quanto è emerso al 44esimo congresso del SIME 2023 (Società Italiana di Medicina estetica), svoltosi a maggio a Roma, che ha avuto come titolo: “Verità è bellezza”, a sottolineare come nella ricerca del bello sia implicito il concetto di salute che va salvaguardata con rigorose metodiche scientifiche. L’approccio alla medicina estetica deve essere nel modo più giusto. Troppo spesso si assiste ad una “degenerazione” di questa specialità, quando il pubblico si affida ad operatori non sempre adeguatamente competenti.
Questo grido di allarme lo ha lanciato il prof. Emanuele Bartoletti, presidente della SIME, ricordando come molti pazienti ricorrano a professonisti poco preparati ed ottengano risulati insoddisfacienti dai quali spesso è difficile tornare indietro. Qualunque tipo di intervento estetico deve produrre un risultato “naturale” che migliori, ma non alteri la fisionomia e l’identità fisica del paziente. Putroppo i social esaltano alcuni trattamenti e inducono soprattutto i giovani a cercare soluzioni che all’apparenza sembrano facili e semplici, mentre gli effetti si rivelano poi spiacevoli se non disastrosi. La medicina estetica non può prescindere da una anamnesi generale del paziente, anche se adolescente o giovane. Anche in soggetti apparentemente in ottima salute, si possono intercettare alterazioni che con il tempo possono rivelare patologie. Il medico estetico non è un tuttologo, non è uno specialista in tutti i settori, ma indaga la fisiologia e se riscontra qualcosa di sospetto consiglia al paziente di andare subito dallo specialista di riferimento. In questa prospettiva, la medicina estetica ha una funzione sociale ed anche preventiva, basti pensare a quanto può essere importante andare quanto prima da un dermatologo se il medico estetico a una prima visita ha notato un neo che non convince o peggio una formazione tumorale. Anche la dottoressa Gloria Trocchi, vice presidente della SIME ha evidenziato l’importanza della medicina estetica in oncologia, sia in chiave preventiva, sia in fase ricostruttiva dopo inevitabili inerventi chirurgici. Questo è il significato e l’importanza di quella che viene definita oggi la medicina estetica sociale.
Non solo labbra, zigomi e botulino, come molti pensano e cercano, ma l’opportunità di avere uno specialista che nella visita sappia individuare un programma di miglioramento estetico, senza trascurare la prevenzione, indispensabile per un programma di manutenzione e di restituzione. Tutti i settori della medicina estetica sono anche impegnati a studiare e a individuare tecniche per rallentare i processi di invecchiamento. Il prof. Felice Stroilo, presidente dell’AIMAA (Associazione Italiana Medicina Anti Aging) ha presentato uno studio sulle correlazioni tra gengive malate, diabete e cardiopatie, mentre il prof. Francesco Romanelli, vice presidente SIME, ha esposto i risultati di una ricerca sulla tiroide e le sue correlazioni a livello estetico. Molti altri sono stati gli argomenti affrontati al congresso. Pochi sanno, per esempio, che in alcuni casi si può rimodellare il naso senza ricorrere al bisturi. Con sapienti tocchi di rinofiller è possibile migliorare forma e contorno del naso, spianare una gobbetta, aggiungere volume o sollevare la punta del naso. Non sempre tuttavia questo è possibile e allora interviene la rinoplastica chirurgica che ha raggiunto livelli molto avanzati. Tante le tecniche presentate sulla correzione delle labbra purché siano in armonia con il volto. Sono soprattutto le donne tra i 25 e i 40 anni a chiedere questo tipo di trattamenti molto spesso perché le labbra visibilmente corrette sono uno status symbol. I medici preparati devono però sapere dire di no alle orribili labbra a canotto. Oggi vanno di moda le “russian lips”, le labbra a cuore come quelle delle matrioske russe, o le “labbra di velluto” ottenute con iniezioni verticali di acido ialuronico. Comunque, è sempe bene non esagerare, come raccomanda il prof. Bartoletti: il medico estetico deve essere paladino di eleganza, non deve trasformare, ma migliorare ed esaltare la naturalità. E’ un’arte. In ogni caso, la medicina estetica viene incontro anche ai “pentiti”: coloro che per un filler di roppo o eccessivi tautaggi si rendono conto di aver peggiorato il proprio aspetto. Si tratta di tecniche di riassorbimento che devono essere graduali o di interventi di rimozione laser dei tatoo oltre i quali occorre ricorrere alla chirurgia che può lasciare cicatrici. Demolire è sempre peggio che costruire. Quindi il medico estetico preparato deve saper orientare il paziente e sconsigliargli interventi rischiosi.