TURISMO INFORMAZIONI- MOSTRA MUNCH – IL GRIDO INTERIORE

Presentata come “la mostra dell’anno” e con prenotazioni già vicine al tutto esaurito l’esposizione Munch- il grido dell’anima , appena aperta a  Palazzo Bonaparte a Roma e visitabile  fino al 2 giugno,  conferma  le aspettative.

Per l’ importanza delle opere esposte, il loro numero,  l’eleganza dell’allestimento, l’ampiezza degli spazi espositivi, le fotografie personali d’epoca, la chiarezza dei pannelli esplicativi. Questi ultimi  oltre a citare molte riflessioni personali del pittore , utilissime per comprenderne l’animo, evidenziano con nitidezza i fermenti artistici e culturali fra la fine del XIX secolo e i primi quarant’anni del successivo.  Non stupisce  che ad inaugurarla siano stati il Presidente Mattarella e dalla Regina Sonja di Norvegia. Un tributo che Munch (1863-1944), l’artista principe della Norvegia, merita senz’altro e sottolinea la generosità del Museo Munch di Oslo, impegnatosi a prestare circa cento importanti opere. Dopo il successo della precedente mostra a Palazzo Reale a Milano con oltre 270.000 presenze ora tocca a Roma consentire ai visitatori  un approccio conoscitivo che vada oltre la sua opera più iconica: L’Urlo. Quello sì conosciuto pressocché ovunque visto come l’immagine sia diventata un emoticon, le faccine stilizzate usate sul web per  rappresentare le emozioni umane. Nel caso dell’Urlo, angoscia e tormento. Ma l’opera del pittore norvegese, realizzata del 1895 e ancor oggi attualissima,  va ben oltre questa immagine conservata, va segnalato,  nella Galleria Nazionale di Oslo, mentre il nuovo Museo a lui dedicato, inaugurato ad Oslo  nel 2021 con tredici piani avveniristici affacciati sul fiordo, ne conserva le repliche.  Il percorso espositivo, costellato  di capolavori, illustra il viaggio creativo dell’artista. Spesso parallelo ad un cammino personale  scandito da lutti , malattie, problematiche affettive e solitudine che si riflettono nei temi espressi nel suo lavoro. In primis, fin dalla prima infanzia, la morte . Con la perdita della madre, la sorella, il fratello e poi del padre. Alla malattia dei suoi cari  si aggiungono le proprie:tubercolosi, alcolismo, turbe mentali. Vedi, in mostra La bambina malata (1894) o La morte nella stanza della malata (1893), composizione dove ogni  figura appare  isolata nel il proprio dolore e dall’impossibilità di comunicare. Incapacità di comunicazione presente in molta letteratura scandinava a cominciare da Strindberg. Fonte di altre sofferenze le passioni tormentate, come con l’amatissima Tulla Larsen, culminata con un episodio di sangue. Costante  la visione dell’amore come tormento erotico e disillusione. Vedi le tele sul tema delle donne viste come  Vampiri (1895 e 1914) o come Meduse che nei lunghi capelli imprigionano i loro compagni ,  Attrazione II (1896)..  Formatosi prima in Norvegia e   poi a Parigi Munch  assimila lo stile degli Impressionisti. Non gli interessano i giochi di luce, la sfumature del plain air. Il colore per lui è  mezzo per esprimere sentimenti forti, esasperati e per questo usa contrasti cromatici forti, dissonanti e pennellate compatte a formare onde che si susseguono come in Disperazione (1894), con una creatura dal sesso indefinito , scura e chiusa in se stessa in contrasto con lo sfondo di un  cielo dai colori violenti. Per lui i cieli possono essere gialli , gli alberi blù, i volti viola. Per questo a colpirlo è Gauguin e non Sisley o Pissarro. Lui non dipinge ciò che vede ma ciò che sente. Che ricorda ed evoca dal profondo dell’animo .   In questo è un simbolista come Gustave Moreau, Odilon Redon e un anticipatore dell’Espressionismo. Per lui i contenuti della mente influiscono sulla nostra vista e i suoi quadri, le splendide litografie in bianco e nero, rivelano un “grido interiore”. Il suo tormento esistenziale che lo porta ad auto ricoverarsi in cerca di pace in un sanatorio e poi in cliniche private. Percepito come artista sovversivo e  maledetto già la sua prima mostra a Berlino nel 1892 viene definita scandalosa. Cosa che non gli impedisce di proseguire per la sua strada ed esprimere nei numerosissimi scritti e appunti “la grandiosità della sessualità”, vedi la serie Amore o Bacio vicino alla finestra (1891).  Interessante e nuovo in mostra il  rapporto con l’Italia dove ammirerà i capolavori di Raffaello e Michelangelo dichiarando che:” La Cappella Sistina è la più bella stanza del mondo”. Grande sperimentatore e innovatore si interessa alle nuove ricerche scientifiche e mette in pratica regole prospettiche inedite , capaci di influenzare in seguito generazioni di artisti nelle Avanguardie del XX secolo.  Corollario alla mostra una serie di iniziative educative per adulti, famiglie e scuole. Il Cinema Troisi , via G.Induno, propone una rassegna di cinematografia norvegese in cui a volte si ritrovano le tensioni emotive e le cupezze delle opere di Munch come, il 25 febbraio Lake of the Dead.