Teatro a Roma. One Man Show di Gianfranco Jannuzzo al Teatro Ghione

IN RECITAL DAL 24 OTTOBRE AL 5 NOVEMBRE

Chi ama la Sicilia, chi non la sopporta, chi ne conosce i tic, le manie, le miserie e nobiltà o chi le ignora ha l’occasione di immergersi nelle sue atmosfere filtrate dall’umorismo e illustrate dalla conoscenza diretta di uno dei suoi figli, Gianfranco Jannuzzo. Lui, agrigentino Docla sua terra l’ha esaminata per bene. Attraverso la cultura, avendo interpretato in teatro Il Berretto a Sonagli e Liolà di Pirandello ma anche osservandola con la lente di ingrandimento dell’ironia, come ha fatto per lo spettacolo Nord&Sud scritto con Renzino Barbera. Ora con lo stesso coautore propone, fra i velluti rossi del teatro Ghione a Roma fino al 5 novembre, una sorta di bis con Recital. “E’ uno spettacolo- sottolinea Jannuzzo- nel quale accanto a quelli che considero i miei “cavalli di battaglia” presento alcuni brani inediti. Racconto la mia Sicilia, così come l’ho vissuta e conosciuta; la Sicilia che ho imparato ad amare grazie ai miei genitori. L’abbiamo dovuta lasciare assieme ai miei quattro fratelli perché ad Agrigento non c’era l’Università ma a patto di tornare ogni estate. Racconto in teatro una Sicilia allegra e amara, spensierata e triste, meravigliosa e spietata, solare e introversa, indolente e attiva. Narro le contraddizioni di un’isola concentrato di mille culture:

quella ricca, fertile e ubertosa di Federico II “Stupor Mundi “e la Sicilia umiliata, ferita e vilipesa delle stragi e dei caduti “Orror Mundi”. Parlando della Sicilia racconto gli italiani che con il nostro straordinario senso dell’ umorismo sappiamo ridere di tutto e di tutti e soprattutto, cosa ancora più importante, di noi stessi”. Un ritorno alla radici per l’attore che nella sua attività, soprattutto teatrale, è andato ben oltre i localismo della sicilianità interpretando dal Tito Andronico di Shakespeare alla cinquecentesca Venexiana oltre a una serie di commedie musicali firmate da nomi come Vaime e Garinei. Doppia corda dunque la sua, proprio come indica il conterraneo Pirandello: quella pazza e quella seria. Recital le mostrerà entrambe in un one man show che mette in risalto la capacità camaleontica dell’interprete di calarsi in personaggi diversi e spesso opposti. Approdato nel “continente” , a Roma per gli studi universitario frequenta il celebre Laboratorio di Gigi Proietti con cui debutta in teatro nel 1983. “Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi artisti- ricorda Jannuzzo- da ognuno ho imparato qualcosa: Turi Ferro, Valeria Moriconi, Rossella Falck, Gabriele Lavia, Maurizio Scaparro. Dal grande Gino Bramieri con cui ho interpretato “Gli attori lo fanno sempre”, di Terzoli e Vaime, regia di Pietro Garinei,  ho imparato tanto standogli accanto” . Oggi l’attore vive fra Roma e Milano, la città della moglie, Ombretta Cantarelli, ma la sua terra la porta dentro. “La “sicilitudine”, come la definiva Leonardo Sciascia, è un sovrapporsi di ricordi, sapori, profumi

abitudine che diventa una forma di identificazione personale. Ma questo vale anche per i lombardi, i liguri, gli abruzzesi. Noi Italiani siamo tante culture che ne comprendono una, quella Italiana. Dovremmo ricordarci più spesso che siamo gente straordinaria eppure ogni tanto ce ne dimentichiamo”.

Foto di copertina e all’interno:Gianfranco Jannuzzo  al Teatro Ghione

Giulia Gandini Photographer