Via Giulia, nata nel 1508 dalla volontà di Papa Giulio II di mettere ordine nel groviglio di cupe stradette della città medioevale e realizzata da un progetto di Bramante che ne fece la più elegante strada della Roma cinquecentesca è ancora oggi unica per l’eleganza e importanza dei palazzi che ci si affacciano.
Da Palazzo Sacchetti a Palazzo Falconieri, da Palazzo Ricci a Palazzo Spada con splendidi cortili e nobili architetture. Altrettanto pregevoli le Chiese: come Santo Spirito dei Napoletani, a lungo tempio del Regno delle Due Sicilie e con pregevoli affreschi di Luca Giordano o San Giovanni dei Fiorentini, Basilica della Nazione Fiorentina e opera di Jacopo Sansovino, Carlo Maderno e Giacomo della Porta succedutisi nella sua realizzazione o San Biagio degli Armeni, riferimento devozionale per quella comunità e con affreschi di Pietro da Cortona. Una via quindi sintesi di arte e potere nella Roma rinascimentale e rimasta miracolosamente immune dal degrado subito da questa parte del centro storico, invaso da paninerie, fast food e improbabili negozietti di souvenir. Nulla sembra turbarne la calma e il silenzio, qualche antiquario, una libreria, un caffè , rare le auto. Una quiete che per alcuni è perfino eccessiva e sono in molti a temere che, proprio per queste caratteristiche, l’apertura di un’attività commerciale oltre alla difficoltà nell’ottenere le necessarie autorizzazioni sia destinata all’insuccesso. Degna di lode perciò la decisione di Silvano Spada di aprire al posto di vecchi magazzini in disuso un Teatro, l’Off Off che si propone come spazio aperto alle sperimentazioni, alle nuove generazioni di attori e registi puntando su un cartellone dove trovano spazio teatro, cabaret, cinema e incontri culturali e musica. Molto apprezzati i concerti gratuiti della domenica mattina. Il debutto è stato con “Dietro la tempesta” , attore e regista Salvatore Striano , detto Sasà, che racconta e vive la storia della sua latitanza, detenzione e rinascita etica grazie al teatro e al cinema, vedi la partecipazione a “Gomorra” di Matteo Garrone; omaggio alla tradizione drammaturgica con due grandi interpreti: Piera degli Esposti nell’ironico recital “Achille Campanile” e Roberto Herlitzka ne “Lo scrivano Bartleby”; spazio al difficile mondo giovanile con “Dopodiché stasera mi butto” di Riccardo Pippa e tributo a quattro grandi personaggi femminili: Anna Magnani, Joyce Lussu, Alda Merini e Franca Rame con “Straordinarie donne”. Si prevede ad alto tasso emotivo il prossimo debutto. Il 28 sarà in scena Melania Giglio, con Martino Duane in “Edith Piaf. L’usignolo non canta più”, uno spettacolo che descrive l’esistenza intensa e difficile della môme , la ragazzina così era soprannominata, che ha incantato generazioni di francesi e non solo e la cui voce particolare è diventata simbolo di un’epoca. Lo spettacolo ripercorre attraverso un testo scritto dalla stessa Giglio i giorni che precedettero
la storica esibizione di Édith Piaf sul palco dell’Olympia, dalla fine del 1960 sino alla primavera del 1961. Un ritorno alle scene dopo che lutti e malattie l’avevano portata ad auto recludersi nel suo soffocante appartamento parigino. L’impresario, Bruno Coquatrix, la prega di tornare in scena per risollevare le sorti dello celebre teatro e di sicuro riesce a toccare le giuste corde perché Edith, curva, gonfia per alcool, droghe e medicine, quasi calva, riesuma il mitico abitino nero da scena, si tinge i capelli di rosso arancio e soprattutto tira fuori la voce: unica, irruente, irresistibile e per fortuna intatta. Sarà un trionfo. Memorabile. Lo spettacolo del Teatro Off Off ce lo racconta anche attraverso le canzoni: da L’accordéoniste a La Vie En Rose, Milord, eseguite dal vivo da Melania Giglio. Un’artista poliedrica capace di passare da Shakespeare e Molière a Sofocle, da Arthuir Miller vedi “Uno sguardo dal ponte” alla drammaturgia contemporanea ma anche al doppiaggio, al cinema e alla canzone. Formatasi con Luca Ronconi ne ha fatto propria la lezione sull’importanza di mettersi in gioco e di vivere ogni nuovo impegno come una sfida stimolante e un’opportunità di crescita. Ama portare in scena donne forti e difficili e c’è da scommettere che della sua Edith Piaf ce ne ricorderemo.