SIAMO IN GUERRA: COMBATTERE IL CORONAVIRUS CON OGNI MEZZO

Emergenza mondiale per arginare l’infezione e contenere il crollo economico.

E’ davvero uno stato di guerra. Occorre evitare al massimo gli spostamenti e restare a casa per non contagiarsi e non contagiare. E’ necessario seguire le disposizioni governative e informare soprattutto i giovani e coloro che sottovalutano o non credono ancora alla gravità dell’epidemia. I “negazionisti” sono un vero pericolo. I danni al comparto turistico sono incalcolabili. L’epidemia si sta diffondendo in quasi tutti i paesi del mondo giorno dopo giorno. Poiché non esistono al momento vaccini né farmaci specifici, l’unica misura per contenere l’infezione sta nell’isolamento dei focolai con i cordoni sanitari, come avveniva un tempo durante le grandi pestilenze del passato. I paesi dove il turismo è la voce più importante della loro economia sono quelli che più degli altri dovranno fare i conti con le perdite. Secondo dati riferiti da il Sole 24ore, Filippine e Thailandia saranno i più colpiti, seguono poi Grecia e Portogallo. L’Italia sarebbe al decimo posto in questa classifica avendo una “dipendenza” dal turismo del 13,2 per cento. Il danno si estende a tutto il settore della mobilità: le compagnie aeree registrano un calo considerevole delle prenotazioni e cancellano molti voli, per non parlare delle navi da crociera, alle quali spesso è stato rifiutato l’attracco ai porti. Ci domandiamo se è possibile prevedere con modelli matematici quando si raggiungerà il picco dell’infezione nei vari paesi e quando i contagi inizieranno a decrescere. Lo abbiamo chiesto al prof. Walter Pasini, presidente della Società Italiana Medicina del Turismo.
E’ molto difficile prevedere il picco dell’infezione dei vari paesi, perché la diffusione del contagio dipende da molti fattori, tra cui l’efficacia delle misure adottate dai singoli paesi. La Cina ha adottato misure draconiane ( lazzaretti, nuovi ospedali finalizzati al solo trattamento dei malati da COVID-19, sequestro domiciliare, blocco totale del traffico urbano, cordoni sanitari,pene severe per i trasgressori delle misure quarantenarie). L’Italia ha adottato misure importanti atte a ritardare la diffusione del virus all’intero paese e, campagne atte a promuovere comportamenti adeguati della popolazione ( lavaggio frequente della mani, distanziamento sociale, invito ad evitare luoghi affollati, chiusura delle scuole, musei, teatri, cinema, ecc). Trattandosi di un virus nuovo (“emergente” come si definisce sul piano medico), sarà difficile contenere il contagio poiché tutta la popolazione mondiale è suscettibile.

Walter Pasini, Pres. Società Italiana Medicina turismo

E’ ormai certo si tratti di pandemia e non potrebbe essere altrimenti considerando che la popolazione mondiale è suscettibile e che ogni anno siano più di 10 miliardi gli arrivi internazionali. In Italia l’epidemia si è manifestata prima e pertanto prima si concluderà, per cui l’Italia potrebbe essere considerata la meta per le vacanze dell’estate prossima. E’ impossibile infatti programmare un viaggio in qualsiasi paese del mondo considerando che non sappiano la tempistica delle epidemie negli altri paesi del mondo.
Alcuni sostengono che il Covid 19 in Italia sia più o meno aggressivo che in Cina. E’ realistica questa osservazione?
Non ci sono ragioni per sostenere che l’aggressività del coronavirus che circola in Italia sia superiore a quello cinese. Si tratta dello stesso virus con quelle piccole modificazioni che un RNA virus subisce quando si replica in mondo così intensivo.
E’ ipotizzabile che con la primavera e le giornate più calde l’infezione perda la sua virulenza e tenda a spegnersi come avviene per l’influenza stagionale?
Non ci sono motivi per sostenere che il virus perda le sue caratteristiche con la stagione calda. Ne è esempio il fatto che circoli con grande intensità a Singapore, paese con un clima caldo-umido durante tutto l’anno. Se mai, si può dire che l’estate può favorire il distanziamento sociale. Con la bella stagione si rimane di meno in luoghi chiusi per frequentare di più luoghi aperti. Poi bisogna considerare un altro aspetto di cui si è parlato poco in questi giorni. L’epidemia potrebbe propagarsi ad ondate. Ad una prima ondata, l’attuale, che contagerà di certo tutto il globo, ne potrebbe seguire una seconda riportando l’infezione in Cina da dove era partita, considerando che di certo una parte della popolazione cinese ne è rimasta sicuramente indenne e propagarsi ancora nel mondo. Il motivo di questo andamento ad ondate è lo stesso di cui sopra. Si tratta di un virus nuovo che trova la popolazione mondiale suscettibile. A determinare questo possibile andamento ad ondate dell’epidemia sono 3 dati finora non noti: 1. la percentuale della popolazione colpita dal virus e asintomatica e 2. Se l’infezione comporta un’immunità 3. La durata di questa immunità.
Quanto tempo dovremo aspettare prima che venga realizzato, sperimentato e prodotto su larga scala vaccino?
Tutto il mondo scientifico sta lavorando per un vaccino. Con le metodologie tradizioni non è possibile realizzare un vaccino prima di 1-2 anni, ma si cerca di arrivare a soluzioni più veloci con metodiche differenti, basate su nuove tecnologie. Vedremo.
Poiché il coronavirus è mutante il vaccino sarà egualmente efficace dopo mesi dalla sua produzione?
Non è escluso che il virus muti e non sappiamo pertanto se un nuovo vaccino sia altrettanto efficace nei confronti di virus che abbiano subito mutazioni. Questo fenomeno vale anche nei confronti dei virus influenzali. Il vaccino anti-influenzale viene preparato a partire da febbraio quando l’OMS indica le caratteristiche dei virus contro i quali si deve preparare il vaccino. Poi, nei mesi successivi, i virus mutano, per cui il vaccino che utilizziamo a partire dai mesi autunnali ha un’efficacia che non è mai del 100%, ma intorno al 70-80%.