SECONDA VERSIONE MOSTRA MARIO TESTINO

Il risultato ha superato le più rosee aspettative. Palazzo Bonaparte a Roma in  Piazza Venezia, grazie alla partnership fra Generali Valore Cultura e Arthemisia, è diventato un punto di riferimento culturale della Capitale.

 

Sarebbe contenta Letizia Bonaparte , madre di Napoleone, che lo acquistò nel 1818 per 27.000 piastre d’oro di sapere come dietro alle persiane della verandina verde da cui osservava, non vista, il via vai della piazza, si succedono  mostre prestigiose: da Escher a Van Gogh a Bill Viola a, in programmazione Munch. Straordinaria e insolita quella appena inaugurata e visitabile fino al 25 agosto : Beautiful World del  fotografo peruviano Mario Testino , icona di questa

_Image14©MarioTestino

arte nel mondo  e curata da Patrick Kinmonth. Dopo una vita trascorsa nel mondo della moda, creando immagini memorabili per giornali e marchi paradigma e simbolo di lusso e  creatività; dopo aver realizzato ritratti fotografici rimasti emblematici di personaggi come Madonna o Lady D. , Testino da circa sette anni  ha deciso di “seguire il proprio cuore” e, alla vigilia dei settanta anni portati con sorprendente vigore,  prendere altre strade. Di lasciare testimonianza della bellezza e varietà del mondo attraverso una serie di immagini di costumi etnici e tradizionali scoperti o rintracciati in circa trenta paesi: dal Myanmar  al Kenya, dal Congo a Cuba e al suo stesso Perù. E’ proprio lì infatti che realizzando un servizio di moda gli venne in mente di inserire degli abiti tradizionali. Ma dove trovarli? Chiese in giro e venne a scoprire dell’esistenza di un fondo, ignorato da molti peruviani, che ne riuniva moltissimi. Colorati, elaborati e preziosi come opere d’arte rappresentavano la peculiarità e l’individualità personale e storica  di chi continuava, dopo secoli ad indossarli. “In un mondo ormai globalizzato e omologato gli abiti, i copricapi, i gioielli, gli ornamenti  e le maschere tradizionali-

_PhilippeKliot

sottolinea Testino- rivendicano e testimoniano la storia e l’identità di un paese e della sua gente. Una sorta di codice a barre da cui ricavare un’appartenenza. Sia  vengano indossati  per una festa, un rituale, una processione, uno spettacolo. Persino i tatuaggi tradizionali mostrano un’identità”.  E’il caso dei  tatuaggi giapponesi “total body” Horiyoshi , in pratica un abito coloratissimo e dai disegni complessi che non lascia un centimetro del corpo scoperto. Il quarantennale percorso nella moda e ritrattistica ha lasciato il segno e la struttura compositiva  delle foto lo testimonia. Come il gruppo di guerrieri Masai, Kenya ,  abbigliati con  collane, copricapi piumati , tessuti tradizionali multicolori  che guardano l’obbiettivo con volti orgogliosi. Spesso è proprio la fierezza a manifestarsi  in chi posa, anche se  non ha mai avuto rapporto con la macchina fotografica. Vedi la donna Himba, Namibia, seminuda ma con preziosi copricapo e mantello  o la giovane uzbeka del Karakalpak coperta da stoffe preziose e copricapo gioiello da cui spunta solo parte del viso delicato. Raffinate e complesse le innumerevoli maschere , si tratti di quelle del Teatro No o di quelle in paglia degli uomini  Ba-Pende  in Congo. A colpire sono anche i punti di contatto fra  tradizioni di luoghi  spesso molto lontani fra loro. Vedi le danzatrici del Guatemala con maschere dai finti  capelli rasta simili ai lunghissimi boccoli rasta degli asceti indiani  fotografati da Testino nella loro totale nudità. Altrettanto le maschere da diavolo messicane che richiamano altre maschere mongole decorate con corone di teschi. La mostra è occasione per immergersi nella multicolore,  complessa  e ricchissima varietà  del mondo , un mondo “beautiful” secondo il fotografo che lo ritrae con rispetto, curiosità ed amore. Lo evidenzia il video  dedicato al suo modo di lavorare. Si trovi  in una steppa uzbeca o in una savana etiope, sulle altitudini di Cuzco o nel deserto marocchino, Testino riesce a stabilire un rapporto con i soggetti da immortalare e li fotografa sempre decontestualizzati dall’ambiente intorno. In una sorta di mini studio portabile crea una piccola stanza dal fondo grigio che li isola e ne esalta al massimo  acconciature e abbigliamento.  Una mostra preziosa, da non perdere, occasione di un viaggio-scoperta nei vari continenti. Prima di lasciare Palazzo Bonaparte non tralasciare, al piano superiore, un’altra raffinata e assai vasta mostra fotografica. Vincent Peters in Timeless Time  attraverso un rigoroso ma morbido bianco e nero presenta una serie di ritratti di star e  modelle che ne esaltano individualità e sensibilità. Da Monica Bellucci a  Penelope Cruz, da Angelina Jolie a Charlize Theron , passando per l’intrigante mascolinità di Vincent Cassel e John Malkovich. Prodigiose anche le serie  “Sculture” con le modelle che si fondono con le opere in marmo e “Riots” , Tumulti, immagini di un’ipotetica rivolta in cui il corpo nudo delle modelle contrasta con poliziotti e pompieri coperti d tute e maschere anti gas.  Insomma a Palazzo Bonaparte c’è davvero molto da vedere ad apprezzare.