La Mostra Secessioni: Monaco, Vienna, Praga e Roma appena inaugurata e aperta fino al 21 gennaio 2018 conferma la capacità di Rovigo, non meta tradizionale di itinerari turistici o culturali, di inserirsi in quel “circuito dell’arte” che ormai da tempo la fa oggetto di visite e soggiorni nati dall’interesse e la qualità delle esposizioni proposte a Palazzo Roverella.
Così l’arte da motivazione per un viaggio, diventa in seguito occasione per scoprire un territorio, il Polesine, racchiuso fra Po e Adige, che ha molto da offrire. A cominciare dal Delta del Po oggi protetto dall’Unesco, passando per ville storiche, come Villa Badoer, capolavoro del Palladio e Patrimonio Unesco, palazzi nobiliari e itinerari naturalistici. Mostre mirate, con temi specifici ben approfonditi quelle fino ad oggi ospitate nel rinascimentale Palazzo Roverella: da Divisionismo a Art Deco a L’Ossessione nordica ma sempre con occhio attento a sottolineare i legami fra queste correnti creative e gli artisti italiani. Anche l’attuale Secessioni studia gli sviluppi e mutazioni che il Movimento assume in Italia quando la Secessione di Roma, fra il 1913-1916, più che concentrarsi sull’estetica simbolista, come negli altri centri, vedi Monaco, Vienna e Praga, punta a dare spazio a una pluralità di linguaggi espressivi liberi e innovativi, Pittori e scultori però sempre determinati a liberarsi dalle codificazioni per loro vessatorie dello stile Accademico ufficiale. Una varietà di stili e ispirazioni che constatiamo nel nudo di Cappelletti del 1912, riconducibile alla tradizione dell’Espressionismo tedesco, nel tratto ancora divisionistico di Terzi in Meriggio d’autunno, 1913, nella rigorosa sobrietà de Il Kimono di Cadorin, 1914, nella visione simbolista del magnifico Due Madri di Ferrazzi, 1912. o nei retaggi gauguiniani in Composizione di Carena, 1916. L’esposizione rovigina, curata da Francesco Parisi consente per la prima volta di mettere a confronto le Secessioni europee. Non limitandosi alla celeberrima Secessione viennese alla cui affermazione e fama hanno contribuito per la pittura geni come Klimt, vedi lo splendido Amiche del 1907, il violentemente sensuale Schiele, con un nudo del 1914 e Kokoschka, e nella progettazione di abitazioni, mobilio, complementi d’arredo, forniture per la tavola le magistrali realizzazioni di Moser , Hoffman, Thonet. Attenzione alla Secessione di Monaco, all’epoca città di vivissima attività artistica e in cui nasce dal 1882 lo Jugendstil, lo stile giovane, che punta ad allontanarsi dalle Accademie aprendosi al rinnovamento con creativi come von Stuck, vedi in mostra l’agghiacciante Lucifero , 1889, o l’allucinata Testa di Medusa, del 1892. Affascinante la poco nota Secessione a Praga, composta da artisti anch’essi che voltano le spalle all’arte ufficiale boema. Spetta al gruppo Sursum , intorno al 1910, il compito di rinnovare l’arte nazionale pur se con diverse modalità. Espressionista e onirico Váchal, vedi La fortuna del Caso, 1908, simbolista Konůpek, vedi Salome , 1910, e diverse altre opere apprezzabili. La valenza magica di Praga, la tradizione dell’occultismo, del mistero appaiono nelle realizzazioni dei giovani artisti: da Váchal a Kobliha e Adámek il cui lavoro ci consente di esplorare cerchie di artistiche pressoché sconosciute nel nostro paese.