La compagnia low-cost Ryanair attacca il Governo Italiano per l’aumento delle tasse aer0portuali e annuncia che è costretta a chiudere le basi di Alghero, Pescara, l’aeroporto di Crotone e di tagliare 16 rotte, con la conseguente perdita di centinaia di posti di lavoro e un danno per moltissimi viaggiatori, che dovranno utilizzare altri scali o altri vettori. La notizia è stata data dallo stesso direttore commerciale David O’Brien, in conferenza stampa. Le tasse sono aumentate di circa il 40 per cento, passando da Euro 6,50 a Euro 9 a passeggero: una cifra che a prima vista non sembrerebbe drammatica, se non fosse che i due euro e mezzo in più vanno moltiplicati per il numero totale delle persone che ogni anno utilizzano Ryanair in Italia, che sono milioni. Il top manager dell’azienda irlandese accusa il governo di aver aumentato queste imposte, già alte rispetto ad altri paesi europei, per finanziare il fondo per la cassa integrazione dei dipendenti del trasporto aereo e quindi sovvenzionare in parte il trattamento del personale Alitalia in esubero, piloti compresi. Per la direzione di Ryanair, queste spese avrebbe dovuto sostenerle Ethiad, quale partner di Alitalia. Come contromisura al giro di vite fiscale che è partito dal primo gennaio di quest’anno, Ryanair dichiara di non avere altra scelta se non spostare aeromobili e posti di lavoro in Spagna, Grecia e Portogallo, dove non vengono addebitate tasse ai passeggeri. Verranno inoltre chiuse le basi di Alghero e Pescara e cancellati tutti i voli da Crotone a partire dal prossimo ottobre. Saranno inoltre eliminate altre rotte e spostata la capacità di alcuni aeroporti regionali a Roma e Milano. Secondo i dirigenti della compagnia, questo aumento delle tasse danneggerà il turismo italiano, soprattutto in quelle regioni dove Ryanair porta milioni di visitatori ogni anno, contribuendo allo sviluppo dell’economia locale e all’occupazione soprattutto giovanile del comparto turistico.
A giudizio del direttore commerciale O’Brien, l’Italia con queste nuove tasse si è resa meno competitiva proprio nel momento in cui i turisti evitano il Medio Oriente e il Nord Africa per prenotare vacanze nel Mediterraneo, consegnando una opportunità di crescita ai paesi concorrenti, come Spagna, Portogallo e Grecia, che hanno costi minori nell’offerta turistica. Ryanair ha anche chiesto un incontro con il Governo Italiano per sollecitare il ritiro di questa imposta, ritenuta dannosa non solo per la compagnia aerea ma per l’intero sistema del turismo italiano. Di contro a queste notizie negative, arrivano dalla medesima compagnia delle buone nuove: è stata ampliata la programmazione invernali dei voli 2016 da Roma Ciampino con tre nuove rotte giornaliere per Norimberga, Praga e Sofia, più una che continuerà anche nell’estate verso East Midland (3 frequenze a settimana). Da Fiumicino è stata introdotta una nuova rotta settimanale per l’isola di Lanzarote nelle Canarie. Nuove linee anche per Trapani, Malaga e Alicante. Nei due aeroporti della Capitale è stata anche aumentata la frequenza dei voli per Atene, Bari, Berlino, Bruxelles, Budapest, Edimburgo e Manchester. Si stima un volume di oltre 9 milioni di passeggeri all’anno, che sosterranno oltre 6900 posti di lavoro presso gli scali romani. Ryanair è la compagnia numero uno in Italia e la più preferita in tutta Europa, trasportando ogni anno 106 milioni di passeggeri con 1800 voli giornalieri da 78 basi che collegano 200 destinazioni in 31 paesi. La compagnia irlandese opera con 330 aeromobili Boeing 737, ma ha ordinato altri 350 aerei dello stesso tipo che le permetteranno di accrescere il traffico e abbassare ulteriormente le tariffe, per estendere ulteriormente la rete dei collegamenti.