Artiste : queste sconosciute. Un’elegante e ampia mostra a Roma a Palazzo Braschi : Roma Pittrice – Artiste al lavoro tra XVI e XIX secolo, a cura di Ilaria Miarelli Mariani, Raffaella Morselli e Ilaria Arcangeli aperta fino al 23 marzo 2025 , frutto di lunghi studi e ricerche in archivi e depositi di Musei e Fondazioni, rende loro doveroso omaggio.
In Italia come all’estero, si tratti di pittrici, scultrici o architette, di loro, salvo rare eccezioni, si sa poco o
nulla. Davvero pochi i nomi che hanno superato le barriere imposte per secoli da conformismo sociale, ostilità verso la creatività femminile, machismo istituzionalizzato e ottusità mentale. Sentimenti diffusi non solo nelle diverse classi sociali che consideravano disdicevole per una donna praticare una qualsiasi attività fuori dalle protettive mura domestiche, figuriamoci artistica, ma perfino fra quegli intellettuali che al mondo dell’arte avevano libero accesso e si sperava mostrassero intelligenza aperta. Fra le poche note citiamo Artemisia Gentileschi, Lavinia Fontana, Rosalba Carrera, Angelica Kauffmann o, all’estero Élisabeth Vigée le Brun, Berthe Morisot, Camille Claudel. Eppure, seppure in numero esiguo rispetto ai colleghi uomini, di artiste che si guadagnavano la vita con il proprio lavoro mantenendo a volte la famiglia e ricevendo importanti commissioni da istituzioni religiose e e nobili famiglie ce ne erano. Eccome. In particolare nella Roma del XVI e XVII secolo considerata “città delle arti” e luogo imprescindibile per chi voglia avvicinarsi al patrimonio della classicità imperiale e all’eredità di Michelangelo, Raffaello e altri geniali artisti. Città cosmopolita, centro di studi, scambi culturali e mercato dell’arte, nonostante la censura papale che vede però in pontefici e cardinali grandi committenti di opere d’arte. Pochi sanno che l’Accademia di S. Luca, prestigiosa istituzione romana, è la prima in Europa ad ammettere nel 1607 donne fra i suoi membri, seguita poi dall’Accademia dell’Arcadia e dai Virtuosi del Pantheon. La mostra ha il merito di tracciare il percorso professionale di ben 56 artiste che, nate o trasferitesi a Roma, qui hanno operato per poi esercitare anche in altri luoghi la loro attività. Nata spesso presso le botteghe paterne, non potendo frequentare altre scuole per la loro
condizione femminile. Come la bolognese Lavinia Fontana (1552-1614) formatasi alla celebre bottega del padre Prospero e autrice di magnifiche pale d’altare. Trasferitasi a Roma sarà contesa come ritrattista da Papa Paolo V Borghese e dalle più nobili famiglie. In mostra un pregevole Ritratto di Gentildonna e due autoritratti alla spinetta essendo virtuosa dello strumento. Anche Artemia Gentileschi (1593-1654) apprende dal padre Orazio e sarà la prima donna ad essere ammessa all’Accademia delle
Arti del Disegno a Firenze. Attiva in varie corti europee verrà apprezzata a quella inglese. In mostra una sua sensuale Cleopatra e una drammatica Giuditta e Oloferne. Molte operano nel campo della miniatura, considerato il più adatto alle supposte fragilità femminili. In questa eccelle Maddalena Corvini (1607-1664) allieva del nonno, il miniatore Francesco da Castello. Nel 1655 entra a far parte dell’Accademia di San Luca e riceve diverse commissioni papali. Abile miniaturista anche la marchigiana Giovanna Garzoni (1600-1670), membro dell’Accademia di S. Luca che eccelle anche nella natura morta e illustra con precisione di stile fiammingo il mondo animale e vegetale. Solo di recente studiata l’attività di Anna Stanchi che nel XVII secolo ha bottega con i fratelli in Via Paolina e Laura Bergamaschi, detta “dei fiori” sia per questa sua specializzazione , sia per essere stata allieva del più noto Mario Nuzzi detto “dei Fiori”. “Architettrice”, oltre che disegnatrice e pittrice è Plautilla Bricci (1616-1692) . Fra i suoi progetti architettonici nella mostra romana Villa Benedetti a San Pancrazio (Gianicolo). Posto di primo piano per la svizzera Angelika Kauffmann (1741-1807) Pittrice internazionale richiestissima, considerata caposcuola della pittura neoclassica. La sua casa-atelier in via Sistina è frequentata dalle migliori menti del tempo . Tra i fondatori della Royal Academy a Londra eccelle nei quadri storici considerati un campo maschile ed è presente in mostra con Ritratto di giovinena in veste di baccante del 1801. Alla sua morte la sua effige in marmo viene collocata nel Pantheon. Prima pittrice di paesaggio nota in Italia la nobile genovese Maria Luisa Raggi (1742-1823) raccoglie l’eredità di Claude Lorrain e grazie alla condizione di suora può dedicarsi tutta la vita alla pittura sebbene diverse opere vengano attitribuite ad artisti maschi. Dal XIX secolo, le artiste trovano maggiore spazio e frequentano i corsi delle Accademie di Belle Arti sebbene la prima mostra in Campidoglio, sul modello di quelle di Parigi e Londra, mostri la presenza di 8 donne su 59 partecipanti. La strada è ancora lunga ma la presenza femminile va
affermandosi nel tempo come mostra la grande sala dedicata alle opere dell’ottocento con pregevoli opere di Amalia De Angelis (1824-1873), la romana Emma Gaggiotti (1825-1912) che si firma in un ritratto fotografico “pittrice e patriota” e viene molto apprezzata dalla Regina Vittoria per i suoi ritratti. Carlotta Gargalli (1788-1840), prima allieva donna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna e dell’Accademia del Regno Italico a Roma, si esprime con forza in un’opera che ricorda il neoclassicismo di David : Pirro che minaccia di uccidere Astianane (1815). La mostra ha il merito di ricostruire le vicende professionali e biografiche di artiste pregevoli . Spesso ignote per mancanza di documentazione o perché le loro opere sono state a lungo state attribuite e maestri e familiari uomini.