Riforma del terzo settore e prospettive per lo sviluppo dell’economia sociale

Quali sono gli scenari e le novità che coinvolgono il sistema economico e sociale italiano alla luce della riforma del terzo settore?

Questo il tema centrale del convegno che si è svolto a Roma, sabato 26 febbraio 2022, presso l’Università Pontificia Salesiana. L’evento, seguito anche in streaming, è stato promosso dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale “in continuità con la sua proposta curricolare, che vede proprio nel Terzo Settore uno dei principali contesti in cui poter intervenire da comunicatori” – ha commentato il Decano, prof. Fabio Pasqualetti.
Tre panel di interventi con rappresentanti delle Istituzioni, esperti e Terzo Settore, in un momento di dialogo e confronto sugli aspetti normativi, economici e sociali introdotti dalla riforma, con l’accento sul ruolo degli enti non profit nel contesto sociale.
Dopo i saluti istituzionali del Rettore dell’Università Pontificia Salesiana, Andrea Bozzolo, la tematica è stata affrontata da diversi punti di vista, con un’attenzione più istituzionale nel primo panel: “Governo nazionale e regionale alla prova dell’economia sociale”; un secondo gruppo di interventi di natura tecnico fiscale: “La riforma del terzo settore come volano per lo sviluppo dell’economia sociale”, e l’ultimo panel incentrato su: “Formazione e nuove professionalità nel terzo settore e nell’economia sociale”. Ha introdotto e moderato l’incontro Maria Carla De Cesari, Capo Redattore di Norme e Tributi de Il Sole 24 Ore.
Relatori del primo panel Elena Bonetti, Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Daniele Leodori, Vicepresidente Regione Lazio, e infine Stefano Zamagni, Economista e Docente Università di Bologna, che hanno sottolineato l’importanza fondamentale del terzo settore come soggetto autonomo per un nuovo modello di sviluppo, in un’ottica di crescita e di cooperazione sempre più stretta tra settore pubblico, privato e enti non profit. Programmare e progettare insieme dunque, in un rapporto che riconosce e valorizza il ruolo del volontariato e della responsabilità sociale dell’impresa, fornendo strumenti per incentivare il dialogo tra profit e non profit. Così, nel secondo panel, sono state illustrate le novità fiscali e gli incentivi introdotti dalla riforma, con una legislazione di vantaggio sia per gli enti del terzo settore, sia per gli investimenti delle imprese nel mondo non profit. Andrea Giannone del Ministero dell’economia e delle finanze, Stefano Carrara e Gaetano Scala dell’Agenzia delle Entrate, e Gabriele Sepio, Avvocato tributarista, con i loro autorevoli interventi tecnici hanno fornito un’analisi interessante e puntuale del contesto giuridico e fiscale degli enti del terzo settore. È stato sottolineato che si tratta di un mondo variegato di soggetti che si diversificano in funzione del modello organizzativo ma hanno in comune, come tratto distintivo, lo svolgimento in forma prevalente delle attività di interesse generale elencate dal legislatore, perché sono gli enti della sussidiarietà, chiamati a svolgere una funzione sostitutiva rispetto allo Stato su alcuni contesti particolarmente rilevanti.
Il Terzo Settore, per svolgere la funzione riconosciuta dalla riforma e promuovere lo sviluppo di rinnovati modelli di coesione e inclusione sociale, necessita della formazione di nuove professionalità e competenze in grado di rispondere in maniera ottimale al diversificato ventaglio di bisogni di una società in continua evoluzione. Questo il tema dell’ultimo panel, introdotto e moderato dal Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale, Fabio Pasqualetti. Giovanni Serra, della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale, ha quindi sottolineato che è fondamentale la costruzione di una capacità di agire flessibile in grado di leggere i bisogni e le opportunità di un contesto per generare risposte funzionali allo sviluppo delle organizzazioni. Serra ha dunque citato 5 aree di competenze strategiche considerate peculiari del dirigente di terzo settore, a prescindere dai parametri di diversificazione degli enti non profit. Si tratta di competenze manageriali e di leadership, personali e sociali, collettive, di équipe e di rete, di gestione del cambiamento e di comunicazione, che devono essere sviluppate con una formazione trasformativa. A chiusura degli interventi, i relatori Dino Del Savio, responsabile della formazione del Movimento di Volontariato Italiano e Marco Musella, Ordinario di Economia Politica Università Federico II Napoli e Presidente Iris Network, hanno fornito un quadro dei fabbisogni e strategie formative, rispettivamente nel mondo del volontariato e dell’impresa sociale.
Info: https://www.unisal.it

Foto: Universita’ Pontificia Salesiana