E’ grazie all’indubbia sensibilità del Prof. Emmanuele F.M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro, verso i molteplici aspetti dell’arte e testimoniato da Mostre che vanno da La Roma di Piranesi a Niki de Saint Phalle, da Fabergé a Georgia O’Keeffe e dal Tesoro di San Gennaro all’arte tutta Made in USA di Normann Rockwell, se Raul Dufy (1877-1853) torna a Roma dopo quasi quarant’anni (www..
Le sale di Palazzo Cipolla, in Via del Corso a Roma, ospitano dal 14 ottobre al 26 febbraio 2023 un’imponente retrospettiva di 160 opere, in
buona parte ottenute grazie al rapporto di collaborazione fra la Fondazione e il Musées d’Art Moderne di Parigi e divise in 13 sezioni tematiche. Occasione imperdibile per evidenziare come l’artista sia molto di più del pittore dal vivace campo cromatico che celebra i riti mondani delle corse negli ippodromi internazionali o di una certa “joie de vivre”, della mondanità e delle regate sulla Costa Azzurra o la Normandia. “Dufy ha una solida formazione- sottolinea Fabrice Hergott, Direttore del Museo parigino- e riesce ad esprimersi non solo sulle tele ma anche nella ceramica, nell’incisione, vedi le magnifiche illustrazioni xilografiche in bianco e nero per i poemi di Apollinaire o nel disegno di raffinati e innovativi tessuti. Illuminante la sua collaborazione negli anni ’20 con il grande couturier Paul Poiret o la seteria lionese Bianchini-Férier per la creazione di stoffe con modernissime fantasie animalier ed esotiche, il mare, i soggetti mitologici e motivi astratti e geometrici”. Ammiratore di Impressionisti come Monet e Pissarro l’illuminazione per Dufy arriva però in seguito, con Matisse e i Fauve. La tavolozza diventa fortemente coloristica e inizia a “disegnare con il colore” senza particolari tratti e schemi preparatori. Come per Cézanne, maestro da lui idolatrato, sarà il colore a costruire la forma. Non il colore della natura ma, piuttosto, filtrato dalla sua visione artistica che si esprime in austeri volumi cubisti e colori rigorosi ocra e verde, da lezione cezaniana. Dufy non trascura però la lezione dei grandi maestri, come Lorraine, vedi in mostra i suoi Omaggio à Lorraine con rovine e monumenti assemblati sulla tela in modo immaginifico e l’ammirazione per l’antichità e la cultura classica di cui si impregnerà in un viaggio in Italia e in particolare in Sicilia, vedi in mostra Paesaggio siciliano, Taormina. Fonte di costante ispirazione per il forte colorismo a cui ritorna dopo la parentesi cezanniana e a cui poi resterà fedele è il Sud e non a caso si stabilisce a Vence , in Provenza. Il colore diventa vibrante , la linea tortuosa e inconfondibile il suo segno grafico. L’impressione di estremo dinamismo nella composizione in cui forma e colore si fondono. Pittore della gioia è stato definito, ma non gioia superficiale. Arabeschi e ghirigori diventano elementi tipici del suo stile. Con questi che dipinge paesaggi marini e litorali. Il mare e la musica sono il motivo conduttore della sua vita e della sua arte, vedi Regata con gabbiani del 1930 , Henley , Regata con bandiere 1952 , Il molo di Honfleur del 1928. Il suo interesse per la natura si esprime anche nel ciclo sui campi di grano a Langres, nell’Alta Marna al Nord Est della Francia. Come Van Gogh, maestro da lui ammirato, celebra la copiosità delle messi inserendo talvolta la dea Cerere. Celebra la generosità della natura in una dimensione virgiliana e di un equilibrio auspicato fra essa e l’uomo. A testimoniarne la grandezza dell’artista basterebbe La grande Bagnante del 1914, un’imponente tela del periodo cezaniano , monumentale, impregnata di bellezza classica eppure di grande modernità. Altrettanto fondamentale l’opera di 60 metri divisa in 250 pannelli alti 10 metri, la Fata Elettricità, creata per il Padiglione francese all’Esposizione Universale del 1937 a Parigi e riprodotta in scala a Palazzo Cipolla. Un inno alle meraviglie dell’Elettrcità e un tributo a ben 110 scienziati e pensatori che all’invenzione contribuirono.