Un pubblico di eccezione alla presentazione del libro di Isabel Russinova, presso il Circolo degli Esteri al Lungotevere dell’Acqua Acetosa il 28 novembre scorso.
La serata, introdotta dal Direttore dell’Istituto di Cultura di Bulgaria Yana Yacovleva, con interventi del Presidente della Camera di Commercio Italo-Bulgara, Marco Montecchi e dell’Ambasciatore Alberto Schepisi, ha visto tra il pubblico personalità dello spettacolo e
della cultura, quali l’attrice, giornalista e scrittrice Olga Bisera, l’attore Vassili Karis, il maestro internazionale Ciro Cellurale, il celebre fotografo Luxardo.
Piacevolissimo l’incontro con il conte Rodolfo Martinelli Carraresi,
Isabel Russinova, volto notissimo al pubblico è una donna di rara bellezza ed eleganza: nacque a Sofia splendida capitale della Bulgaria, da padre istriano e madre bulgara, ed è cresciuta a Trieste dove vivevano i nonni paterni – Maria e Valentino Cociani – e dove ha frequentato il liceo Francesco Petrarca sino al ginnasio, diplomandosi poi al liceo di Cortina.
Dapprima modella, a Milano, per l’agenzia Caremoli e nelle redazioni delle riviste Vogue Italia, Lei, Harper’s Bazaar, grazie a un provino per il programma televisivo di Enzo Tortora, Cipria, fu scelta per partecipare alla trasmissione con un contributo canoro alla colonna sonora.
Ha condotto il Festival di Sanremo 1983 assieme a Andrea Giordana, Emanuela Falcetti, Anna Pettinelli e Daniele Piombi, un’edizione di Discoring (1983-1984) nuovamente con Emanuela Falcetti e Anna Pettinelli, un’edizione di Discoestate nel 1986 con Fabio Fazio nonché un’edizione di Mattino 2 (su Rai 2, 1988) insieme ad Alberto Castagna.
Nel 1987 ha condotto la trasmissione Linea verde con Federico Fazzuoli e Vincenzo Buonassisi.
Ha recitato in oltre 30 film tra i quali ricordiamo Delitto in Formula Uno (1984), Tex e il signore degli abissi (1985), Rimini Rimini – Un anno dopo (1988), Il commissario Lo Gatto (1986) e Noi uomini duri (1987).
In televisione ha recitato anche nell’episodio Boomerang della serie Big Man nella parte di Chiara.
Dopo l’esperienza come modella e dopo aver raggiunto la grande popolarità negli anni ottanta in campo televisivo e cinematografico è oggi un’operatrice culturale, drammaturga, scrittrice e produttrice di cinema e teatro. La sua attenzione alle tematiche volte al sociale, al femminile, alle pari opportunità, alla difesa dei diritti umani, l’hanno portata ad essere oggi testimonial ufficiale di Amnesty International.
È Accademica Tiberina, corrispondente onoraria culturale del MACTT, corrispondente onoraria della cultura slava, insignita dal Ministero della Cultura della Repubblica Popolare di Bulgaria.
Dal 2011 al 2013 ha diretto, prima come responsabile della prosa, poi come direttore artistico, il teatro di tradizione Alfonso Rendano di Cosenza. Dal 2016 è Accademica Mauriziana per merito.
È fondatrice, insieme al conte Rodolfo Martinelli Carraresi, e direttore artistico della società di produzione Ars Millennia Production.
Il libro presentato non è la prima opera della scrittrice che annovera altri titoli quali, Reinas. Storie di grandi donne, Antonio, l’isola e la balena e Ti racconto quattro storie.
La Regina delle Rose, tratta della storia romanzata, ambientata nello scenario tempestoso, magnifico e spietato che ha come protagonista l’Europa che va dal 1927 al 1943, della grande storia d’amore, che ha come protagonisti due giovani costretti a subire il peso del destino. Un amore stretto dalla politica, dagli intrighi internazionali, fino alle atrocità senza ritorno della guerra. Lei, bellissima, elegante, colta è Giovanna la terza femmina nonché la quartogenita dei figli di re Vittorio Emanuele III d’Italia e della regina Elena, figlia del re Nicola I del Montenegro.; lui è Boris III, giovane e affascinante zar di Bulgaria. Il loro primo palpitante incontro, la battaglia per arrivare alle nozze, gli anni felici tra l’entusiasmo del popolo che accoglie l’erede al trono, fino al declino, il tradimento, la guerra, la fuga, la persecuzione, la morte… Mentre il fascino dell’età d’oro con i suoi grandi artisti e intellettuali del ‘900 come d’Annunzio, Toscanini e i personaggi del potere e dell’aristocrazia di allora fanno da cornice alla storia, il racconto, come in un thriller, segue allarmato e inquieto i protagonisti, teme per la loro vita, per il loro amore, così continuamente insidiato dalle subdole trame dello spionaggio internazionale e dal mistero del destino. Ma la storia ci fa anche sognare… Il romanzo si basa su attente ricerche storiche e racconti originali tratti da conversazioni con alcuni dei protagonisti. Inoltre la storia famigliare dell’autrice è legata direttamente agli eventi narrati, di cui conserva memoria attraverso i racconti materni. La Prefazione è stata scritta da S.A.R. Principe Emanuele Filiberto di Savoia, da Alberto Schepisi e dalla professoressa Gabriella Valera Gruber.
La Russinova, grazie ai ricordi materni ha potuto ricostruire l’infanzia del figlio di Giovanna, Simeone II di Bulgaria ed ha descritto con piacere l’incontro con lui avvenuto.
Altri aneddoti sono stati raccontati con grazia dalla scrittrice che ha inoltre parlato della sua Bulgaria descrivendone la varietà dei paesaggi e la magia delle sue foreste.
Un particolare legato alla copertina del libro raffigura le martenize e Isabel ha spiegato il significato per i bulgari di donarle e scambiarsele come gesto di buono augurio.
La marteniza infatti è un piccolo ornamento rosso e bianco che viene indossato durante il mese di marzo al fine di dare il benvenuto alla primavera, poiché questo mese, secondo la tradizione bulgara, segna l’inizio di essa.
Scambiarsi la marteniza durante la prima settimana di marzo è un gesto che risale al IX secolo ed è una delle più popolari usanze bulgare mantenutasi nel corso dei secoli.
Le martenize possono essere di diversi tipi: semplici fili rossi e bianchi, nappe, bracciali o bambole di stoffa, lana o cotone.
Le martenize sono fondamentalmente un talismano per la buona salute e la lunga vita; simboleggiano il colore rosso per le guance rosse e quello bianco per i capelli bianchi e la vecchiaia. Si usa indossarli sul lato sinistro, dove c’è il cuore, fino a quando si vede il primo segno dell’arrivo della primavera – una cicogna, una rondine o un albero in fiore – e poi (non oltre il 1º aprile) si appendono su un albero, o si mettono sotto una pietra, esprimendo un desiderio.
Un libro veramente interessante, da leggere, per conoscere una importante pagina della storia del nostro paese intrecciata a quella della Bulgaria