L’ESTATE ROMANA RENDE OMAGGIO A PIRANDELLO
Ventuno anni ma non li dimostra la rassegna Pirandelliana, uno degli appuntamenti più interessanti dell’estate romana che quest’anno coincide con i 150 anni dalla nascita del geniale autore siciliano. Anche lui non li dimostra vista l’attualità dei suoi testi indagano che indagano la solitudine esistenziale, l’impossibilità di individuare una verità collettiva, la “maschera” che il mondo impone agli individui e la “parte” che
ognuno deve rappresentare, obbligato da un ruolo spesso non scelto ma imposto dalla società in cui vive. Temi universali che rendono Pirandello sempre attuale, come le problematiche di cui scrive. Ancora una volta la Compagnia Teatrale La Bottega delle Maschere, diretta da Marcello Amici, con la partecipazione , fra gli altri, di Marco Vincenzetti, Anna Varlese, Lorenzo d’Agata, Tiziana Narciso , ha scelto due testi illuminanti e emblematici dell’opera pirandelliana: “Così è (se vi pare) e “Pensaci, Giacomino”. La prima che debutta nel 1917 al Teatro Olimpia di Milano, è considerata base della moderna drammaturgia. “La Parabola”, come la definiva lo stesso autore, del dramma vissuto dalla Signora Frola e dal rispettivo genero, Signor Ponza, ognuno convinto della pazzia dell’altro rispetto all’esistenza in vita della rispettiva figlia e moglie. La pazzia che ognuno asseconda per affetto è drammatica parabola esistenziale. Una ricerca della verità bramata dal gruppo di pettegoli vicini provinciali che non esitano a mettere a nudo sofferenze e drammi individuali dei due individui per soddisfare la loro curiosità e un mal inteso perbenismo borghese. Ma la relatività della “verità” e l’impossibilità di stabilirla appare nella sua completezza quando la figlia-moglie che dovrebbe chiarire la propria vera identità afferma :”Signori, io sono colei che mi si crede”. La logica pirandelliana tocca il suo culmine in “Pensaci, Giacomino”, anch’essa del 1917. Agostino Toti, anziano professore di ginnasio sposa Lillina, incinta di un suo giovane e squattrinato allievo. Lo fa per punire il Governo che per tutta la vita gli ha concesso un misero stipendio. Ora che la sua vita volge al termine lo obbligherà a pagare per molti anni la pensione alla giovane moglie che nel frattempo continua la sua storia d’amore con il consenso dell’anziano marito. La gente si scandalizza, lo considera un “cornuto”? Ad Agostino non importa. Il tradito è il marito, cosa che lui per quella giovane non può e non vuole essere e sarà lui, seguendo una logica solo apparentemente assurda, a far tornare Giacomino da Lillina che aveva abbandonato, infastidito da questa complicata situazione. Trionfa l’irrazionale e non “la ragione”: Ma cosa è e quale è la ragione si chiede e ci chiede Pirandello? Tutto è relativo e , in fondo, la sua storia anticipa quella famiglia “allargata” tanto presente oggi. Scene futuriste e costumi che richiamo quegli anni e humor, un po’ nero ma sempre e comunque humor. Ultimo merito di Pirandelliana la location. Il magnifico e in genere poco accessibile Giardino della Basilica di Sant’Alessio all’Aventino situato sull’omonima Piazza al numero 23 che domina dall’alto il Tevere. Vale la pena di passarci almeno una serata dell’Estate Romana.
– Cosí è (se vi pare) – in scena il martedì, il giovedì, il sabato
– Pensaci, Giacomino! – in scena il mercoledì, il venerdì e la domenica
Informazioni e prenotazioni: 06.6620982 (orario: 10 – 13; 16 – 20)
www.labottegadellemaschere.it