10 luoghi nell’Ellade dove la Pasqua è un’esperienza speciale
Quest’anno in Grecia la Pasqua cade l’8 aprile. Gli Ortodossi seguono l’antico calendario giuliano e in questa data è collocata la più grane festa della Cristianità. Per l’Ortodossia il tema della Resurrezione è centrale nella teologia e nella tradizione e questa ricorrenza ha una valenza più importante del Natale. Vivere la Pasqua in Grecia significa cogliere momenti e aspetti di una cultura che ci è vicina geograficamente, ma diversa nelle sue radici e nel suo sviluppo storico: un’esperienza importante sotto il profilo culturale e spirituale. Nella Grecia Continentale, nel Peloponneso e nelle Isole, la Pasqua non viene sempre festeggiata nello stesso modo. Ecco alcuni esempi. Nell’Isola di Syros, capitale delle Cicladi, Ortodossi e Cattolici la festeggiano insieme. Il Venerdi Santo, le processioni partono da tutte le parrocchie, sia quelle cattoliche, sia quelle ortodosse, per ritrovarsi nella piazza centrale di Ermoupolis (il capoluogo) per preghiere e litanie comuni. La sera, l’annuncio della Resurrezione è accompagnato da forti colpi, seguiti da fuochi d’artificio che illuminano tutta la città, il porto e le due colline (una cattolica e l’altra ortodossa): uno spettacolo indimenticabile. Dall’Egeo, ci spostiamo nello Ionio. Nell’isola di Corfù la Pasqua è celebrata con grande stile e splendore. La Filarmonica locale si esibisce per tutta la Settimana Santa. La mattina del Sabato Santo, gli abitanti della Città Vecchia buttano dalle finestre enormi vasi pieni d’acqua: il rumore che creano sembra quello di cannoni tuonanti. A Corfù, tuttavia, il profumo dell’agnello non fa parte della tradizione. Qui si mangia una zuppa fatta con due o tre tipi di carne, conditi con una salsa di uovo mescolato al limone, chiamato “avgolemono”. L’agnello si mangia il giorno seguente. A Chios, un’isola dell’Egeo orientale davanti alla costa turca, la Resurrezione è simboleggiata da una singolare “guerra di razzi” tra due paesi rivali che distano 400 metri l’uno dall’altro. La contesa avviene la sera del Sabato Santo e i razzi puntano verso i campanili delle rispettive chiese, con uno spettacolo di grande impressione. La mattina seguente vengono contati i segni lasciati dai fuochi pirotecnici sui campanili, che erano stati opportunamente protetti, e chi ha colpito di più viene proclamato vincitore. Nella piccola isola di Idra, nel Golfo Saronico, la processione arriva al mare ed entra nelle acque. Lì vengono proclamate le scritture Evangeliche della Resurrezione, creando un’atmosfera affascinante, apprezzata ogni anno da centinaia di visitatori e dalla popolazione locale. Il giorno di Pasqua, l’effige dell’apostolo traditore, Giuda, viene bruciata sulla piazza. Uno stesso rogo viene acceso a Leonidio, nel Peloponneso, dove nella notte santa migliaia di palloncini e lanterne illuminano il cielo.
Particolare significato assumono i riti del triduo pasquale a Patmos, l’isola dove si ritiene che San Giovanni abbia scritto l’Apocalisse. Molte funzioni si svolgono nella grotta dell’Evangelista. La lavanda dei piedi del Giovedì si tiene nella piazza del Municipio e le celebrazioni del Venerdi Santo nel bellissimo monastero di Aghios Ioannis. Il Vangelo della Resurrezione è letto in sette lingue a testimoniare la centralità di questa isola del Dodecanneso nel mondo. A Tinos, isola delle Cicladi, consacrata a un’icona della Vergine ritenuta miracolosa, la processione entra nel mare con torce accese e una croce fiammeggiante. Nei monasteri delle Meteore, spettacolare sito nel Nord della Grecia, ai bordi della Tessaglia, la Pasqua viene vissuta alla luce delle candele, dell’incenso e dei cori della tradizione bizantina. Le funzioni del Sabato Santo iniziano alle 21 e durano fino alle prime luci dell’alba.
La liturgia è molto suggestiva e simile alle cerimonie che si tengono nei monasteri del Monte Athos, dove per antica tradizione le donne non possono entrare. Nei monasteri delle Meteore tutti sono ammessi per seguire il rito. Più simili ai festeggiamenti del mondo occidentale sono quelli di Monemvasia, un comune situato in Laconia sulla costa orientale del Peloponneso. Le funzioni si tengono nella chiesa della cittadella medioevale e la processione si snoda sui vicoli lastricati, accompagnata dalla banda comunale. Anche qui troviamo l’usanza di bruciare il manichino raffigurante Giuda nel pomeriggio della domenica di Pasqua. Nel Sud del Peloponneso, a Kalamata, capoluogo della Messenia, famosa in tutto il mondo per l’olio e le sue gustose olive brune, si tiene un singolare combattimento nello stadio tra squadre che si confrontano con virtuali barchette riempite con polvere da sparo. Una pacifica guerra che illumina il cielo nella notte più importante della tradizione cristiano ortodossa.