TORINO PALAZZO MADAMA 15 Febbraio – 21 Maggio 2018
“Chi è padrone degli odori lo è anche del cuore degli uomini. Perché essi possono chiudere gli occhi, turarsi orecchie e bocca ma non possono sottrarsi al profumo che penetra nei polmoni con l’aria stessa che respirano. Non c’è modo di opporsi. Pena la certezza di morire soffocati”- così affermava il protagonista del fortunato romanzo di Patrick Süskind “Il Profumo” (1985), un successo mondiale tradotto in oltre venti lingue. Potere delle essenze confermato dalla storia. Infatti fin dall’antichità gli uomini hanno desiderato creare e godere fragranze e balsami attribuendo loro poteri non solo seduttivi ma propiziatori e terapeutici. Ancora oggi è spesso un profumo a ricordarci un luogo, una persona, una sensazione passata. Si presenta quindi molto interessante la Mostra “Perfumum. I profumi della Storia” ospitata a Torino in Palazzo Madama dal 15 febbraio al 21 maggio 2018. Curata da Cristina Maritano racconta attraverso più di duecento oggetti esposti, tra oreficerie, vetri, flaconi preziosi, porcellane, affiches pubblicitarie, etichette e trattati scientifici, l’evoluzione e pluralità dei significati del profumo dall’Antichità egizia, con reperti dal celebre Museo Egizio di Torino, greca e romana fino al Novecento. Oltre a prestiti eccellenti da Musei e collezioni private fondamentale è stata la collaborazione con il Musée International de la Parfumerie di Grasse (Francia), capitale per secoli dell’arte profumiera. In parallelo alla mostra l’Associazione culturale torinese Per Fumum organizza una rassegna di incontri internazionali sulla cultura dell’olfatto. Dalla presentazione di profumi storici dell’Osmothèque di Versailles, all’incontro con creatori di profumi riconosciuti a livello internazionale, fino ad appuntamenti legati al mondo food & beverage. In occasione della mostra, infine, il creatore di fragranze Luca Maffei, creerà degli odori-profumi ispirandosi alle collezioni storiche del museo torinese del periodo romano, medievale, rinascimentale e barocco che verranno diffusi nelle sale del Palazzo. Il percorso espositivo partendo dalle civiltà egizia e greco-romana attraversa l’Europa del primo Medioevo quando con le invasioni barbariche le sostanze odorifere verranno usate solo nella sfera sacra o terapeutica. Come testimonia in mostra la pregiata bulla con ametiste dal tesoro goto di Desana. La civiltà islamica invece sviluppa e innova la cultura del profumo introducendo importanti conquiste tecnologiche, come il perfezionamento dell’arte della distillazione compiuto da Avicenna.
In mostra alcune fiasche da profumo di arte ottomana, in ottone geminato, in legno di rosa e in maiolica e vetro.
L’età rinascimentale diffonde il profumo fra le classi più elevate e grazie alla stampa nascono ricettari per la fabbricazione delle essenze. Dalle corti italiane si diffonde in tutta Europa la moda di profumare oltre al corpo anche gli accessori di vestiario, specialmente in pelle, e di indossare contenitori per profumi di straordinaria ricercatezza, come il flacone in agata con montatura in oro, rubini, diamanti e smalto, proveniente dal Museo degli Argenti di Palazzo Pitti.
Dal Seicento la supremazia nel campo della produzione dei profumi passa alla Francia. Nascono nuove fragranze alcune ottenute grazie alla distillazione di migliaia di petali di fiori e conservate in flaconi in vetro o porcellana, oppure diffuse negli ambienti grazie a pot-pourri e bruciaprofumi. La panoramica sul Novecento mostra un’ampia carrellata di flaconi d’arte, tra cui spiccano quelli creati da René Lalique per François Coty, di Baccarat per Guerlain, ma anche gli eccezionali Arpège di Jeanne Lavin, Diorissimo di Christian Dior.