Leo Catozzo, chi era costui e perché dedicargli una mostra?
Le motivazioni sono svariate. Infatti se il nome è sconosciuto ai più così non è per gli appassionati della settima arte. Catozzo infatti è stato forse il più importante montatore cinematografico italiano e stretto collaboratore di Federico Fellini. Grazie al loro fraterno e fruttuoso sodalizio durato vent’anni hanno visto la luce capolavori come La Strada, Le Notti di Cabiria, La Dolce Vita , 8 e ½ e l’episodio Felliniano di Boccaccio ’70. Sulla scia delle celebrazioni per i cento anni dalla nascita del regista, nato a Rimini il 20 gennaio 2020, si inserisce la preziosa ed illuminante mostra dedicata a questa fondamentale cooperazione e ospitata fino al 13 novembre nell’elegante cornice di Palazzo Ruspoli a Nemi. Nato come castello difensivo intorno all’XI secolo nel XVI diventa un imponente Palazzo, residenza alternata dei Colonna, Cenci, Rospigliosi, Orsini e, appunto, Ruspoli. La Mostra è occasione doppiamente stimolante offrendo l’opportunità di immergersi in uno dei momenti più alti del nostro cinema e di godere delle bellezze paesistiche, culturali e gastronomiche di Nemi e del suo suggestivo lago. Sebbene
inserita nel circuito turistico dei Castelli Romani e dell’omonimo Parco Naturale la cittadina è rimasta un po’ in disparte rispetto ai flussi turistici diretti alle destinazioni limitrofe: Frascati, Genzano, Marino, Castel Gandolfo e altre. Eppure la distanza da Roma è inferiore a un’ora, il lago circondato dai boschi offre oasi di tranquillità e bellezza e il raccolto centro storico dominato da Palazzo Ruspoli e la sua torre rotonda offre incantevoli scorci lacustri. Da non dimenticare una sapida e verace gastronomia e , imperdibili, le celebri “fragoline di Nemi” dal sapore dolce-aspro che vengono proposte in abbinamento a paste e torte nelle pasticcerie locali. La mostra organizzata dalla Cooperativa Chelu e Mare che già aveva dedicato al regista riminese precedenti esposizioni si avvale della collaborazione artistica di Fabio Alescio. Con pazienza ed entusiasmo
avvalendosi del ricco archivio offerto da Alberto Catozzo, figlio del cineasta, al visitatore viene offerta un’ampia panoramica del mondo felliniano e dell’apporto di Catozzo , definito in varie lettere presenti in mostra “fondamentale” dal regista che sottolinea costantemente la stima, amicizia e gratitudine verso Leo. Altrettanto interessanti le locandine originali, da Cabiria a La Dolce Vita; le foto di scena, vedi fra le tante la scena finale della Dolce Vita quando Mastroianni non riesce a cogliere il messaggio di freschezza e innocenza che gli rivolge una giovanissima Valeria Ciangottini da cui è separato da un fiume esiguo ma invalicabile. Le foto mostrano come Fellini mostrasse all’attore il giusto atteggiamento da mostrare. Altrettanto interessanti i colorati bozzetti di scene e costumi schizzati da Fellini, abilissimo anche come disegnatore e caricaturista. Vedi le varie caricature dedicate proprio a Leo Catozzo , anche lui abile disegnatore. Non ultimo in mostra la Pressa Catozzo o
Pressa Cabiria da lui creata e che rivoluzionò la maniera di montare le pellicole grazie a un piccolo apparecchio in grado di unirne i lembi grazie alla pressione e senza rovinane, come accadeva in precedenza, le estremità penalizzando i fotogrammi che andavano perduti. Geniale scoperta, ben presto richiesta in tutto il mondo, a cominciare da John Ford , come testimonia un telegramma, e ancora oggi utilizzata. Gli varrà un Oscar nel 1990 per capacità tecniche e porterà Catozzo , con grande dispiacere di Fellini, ad abbandonare l’attività di montatore, richiesto non solo da Fellini ma da Visconti, Rossellini , Mattioli . Aprirà la Cir – Costruzione Incollatrici Rapide a Santa Severa, 50 km da Roma, dove viveva per dedicarsi alla produzione su scala industriale delle Presse Catozzo. Attività ancora oggi attiva e portata avanti dalla famiglia.