PADOVA CENTRO SAN GAETANO DAL 29 GENNAIO AL 5 GIUGNO
“Nonostante la pandemia Padova punta a riaffermare il proprio ruolo di secolare Città d’Arte attraverso manifestazioni, incontri e mostre di grande respiro che la inseriscano nel circuito internazionale. Dopo il successo dell’esposizione dedicata a Van Gogh ora tocca , dal 29 gennaio al 5 giugno, alla Mostra “Dai Romantici a Segantini- Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhart ” sempre a cura di Marco Goldin, e ospitata nel Centro Culturale Altinate San Gaetanoturale dell’attuale Amministrazione comunale”- sottolinea il Sindaco della Città, Sergio Gior.
Uno spazio polivalente , di aggregazione sociale ed educativa, nato dalla
ristrutturazione dei 12.000 m2 dell’ex Tribunale per testimoniare l’impegno culturale. La mostra è parte dell’ampio progetto di Marco Goldin, Geografie d’Europa, nato dalla sua ultra ventennale ricerca sull’arte dell’Ottocento in Europa e nel mondo e narrata attraverso esposizioni paradigmatiche dei più importanti movimenti artistici. L’autorevolezza di Goldin ha facilitato il prestito di 75 capolavori, da lui scelti personalmente, dalla collezione di Oskar Reinhart (1885- 1965), esponente di una famiglia di grandi commercianti e collezionisti d’arte. Nella sua villa Am Römerholz, a Winterthur , nel Cantone di Zurigo, aperta al pubblico nel 1951, Reinhart sottraendosi alle mode dell’epoca riunì oltre 600 fra quadri e sculture e
circa 7000 disegni, acquerelli e stampe di artisti tedeschi, svizzeri e austriaci dal XVIII al XX secolo. Guidato da un sicuro gusto personale e anticipando i tempi Reinhart acquistò opere che esaltavano il valore romantico della natura, la sua forza spirituale, il realismo paesaggistico pur se espresso non con modalità impressioniste ma con stile pittoricamente realistico, senza giochi variopinti di luce, cromatisti azzardati e pennellate veloci. Tra gli artisti Bȍklin, Runge, Kersting e l’inarrivabile Caspar David Friedrich. Di quest’ultimo, mitico
rappresentante del valore simbolico e spirituale del paesaggio sono esposte a Padova cinque opere fra cui Le bianche scogliere di Rüher, quadro manifesto del romanticismo tedesco e Città al chiaro di luna . Merito del collezionista la riscoperta di artisti svizzeri dimenticati, come Caspar Wolf, considerato oggi il più importante paesaggista svizzero del XVIII secolo o il bernese Fernand Hodler, icona del modernismo fra ‘800 e ‘900, presente a Padova con Massiccio dello Jungfrau e le ieratiche figure femminili di Sguardo sull’infinito e un altro gigante del simbolismo , Arnold Bȍklin. Suggestioni romantiche e mistica del paesaggio idealizzato da Giovanni Segantini, italiano ma trasferitosi in solitudine fra le vette dell’Engadina. La mostra non ha precedenti in Italia e di certo riaccenderà l’interesse sulla città. Su quella “urbs picta” che vede i propri cicli di affreschi del XIV secolo inseriti nel
Patrimonio Unesco. Si tratti delle celeberrime visioni giottesche della Cappella degli Scrovegni , commissionata da Enrico accanto al palazzo di famiglia secondo alcuni storici per espiare la propria redditizia attività di usuraio o del meno nota successione di meraviglie pittoriche nel Battistero del Duomo. Una storia sacra fra oreficeria e miniatura , massima espressione della genialità di Giusto de’ Menabuoni, pittore della corte dei da Carrara , Signori della città nel ‘300. Tante le mete da non perdere a Padova, dall’Orto Botanico, alla storica Università, dalle vie animate del centro storico alle cupole bizantine della Cappella del Santo, dicata a Sant’Antonio che sebbene portoghese a Padova si stabilì e scrivere I Sermoni l’opera che gli valse il
titolo di Dottore della Chiesa. Se stanchi di tanta cultura si pensa a una sosta ci sono gli spazi del Prato della Valle, inferiori in Europa solo a quelli della Piazza Rossa a Mosca. Qui fra statue e fontane rinascimentali in uno dei caffè che vi si affacciano si può familiarizzare con uno spritz, altra gloria locale o scegliere un calice fra i tanti vini locali. Difficile essere delusi. Siamo in Veneto e anche il vino è un’arte.