Lunigiana: Pontremoli Barocca. Un weekend da non perdere

Palazzo Pavesi Ruschi Noceti - Foto LW 1

Un fine settimana a Pontremoli? E perché mai si chiederanno in molti. Altrettanto numerosi, purtroppo, quanti si domanderanno: “ma dov’è?”. Il purtroppo è dovuto, perché Pontremoli oltre ad essere il centro più importante della Lunigiana, nome derivato dall’antica città romana di Luni, è un sorprendente concentrato di preziosità architettoniche e culturali. Confortante dimostrazione di come il nostro Bel Paese offra ancora affascinanti scoperte. L’occasione ideale per conoscere la zona, attraversata dal fiume Magra e incuneata fra Liguria e Alta Toscana, a 44 km circa da Massa, 40 da La Spezia e lo splendido mare di Lerici e Monterosso-Cinque Terre è la terza edizione di Pontremoli Barocca, dal 4 al 6 aprile.

Villa Pavesi Negri Baldini – Foto ADSI

Un evento che ogni anno apre ai visitatori chiese, dimore storiche spesso private e raffinati musei grazie all’impegno di Sigeric e Farfalle in Cammino, il Comune di Pontremoli, i proprietari di Palazzi e Ville e i parroci della città. L’idea guida è costruire itinerari che, attraverso approfondite e coinvolgenti visite guidate, facciano conoscere i tanti capolavori del Barocco Pontremolese. E’ con l’ingresso nel Granducato di Toscana nel 1650 che si sviluppa il “periodo d’oro” per la città. Famiglie nobili e ricca borghesia mercantile vi si insediano facendo a gara nell’edificare magnifici palazzi, imponenti giardini, sontuosi complessi religiosi e chiese. In uno stile barocco peculiare che unisce elementi toscani e liguri e si esprime attraverso la “quadratura”.

Teatro della Rosa – Foto Sigeric

Una pittura ad affresco dal cromatismo chiaro e luminoso che simula su volte e pareti architetture elaborate dalle impressionanti prospettive, dilatando all’infinito gli spazi per popolarli di figure mitologiche, stravaganze di flora e fauna. Fra gli esempi più sorprendenti Palazzo Dosi Migliavacca nel centro storico e Villa Dosi Delfini raggiungibile con una breve passeggiata o Villa Pavesi Negri, e il suo raffinato Giardino dei Riccioli. Non da meno chiese ed oratori , come la sagrestia seicentesca della Santissima Annunziata, la Chiesa di San Francesco, l’imponente Cattedrale di S. Maria Assunta e una chicca imperdibile : l’Oratorio di Nostra Donna, gioiello di questa corrente artistica.

Palazzo Zucchi Castellini – Foto Elia Santini

Il Programma per i visitatori è ben articolato e visibile su www.pontremolibarocca.it che indica possibilità di pernottamento e ristoranti tipici e consente prenotazione e acquisto dei biglietti on line per le visite, gratuite per gli under 18. Ulteriori info al 366 37112808 o per e mail segreteria@pontremolibarocca.it .Il sabato 5 (10-13 e 14-18 con partenza ogni mezzora) è dedicato alle visite guidate delle ville barocche: Villa Dosi Delfini, Villa Pavesi Ruschi e Villa Pavesi Negri Baldini. La domenica 6, con gli stessi orari, si potranno visitare, a scelta, 7 o 4 luoghi in città: da Palazzo Fuschi Noceti a Palazzo Migliavacca; dal Palazzo Vescovile al delizioso Teatro della Rosa, fino al capolavoro del Barocco Pontremolese:

Villa Dosi Delfini – Foto Sigeric

L’Oratorio di Nostra Donna progettato da G.B. Natali fra il 1732-38. Uno scrigno ellittico rutilante di decorazioni, capricci e tromp-à- l’oeil. Ma non finisce qui perché Pontremoli ha radici antiche trovandosi sulla via Franchigena come testimonia, negli annali locali, il passaggio nel 990 dell’Arcivescovo di Canterbury Sigerico diretto a Roma. Ricche le testimonianze mediovali in quella che Federico II dichiarò libero comune definendola “chiave e porta” dell’Appennino per il trovarsi in uno strategico snodo di vie fra nord e sud. Ponticelli romani e ardite torri e, raggiungibile fra stretti vicoli con case dal tetto di arenaria, il Castello Piagnaro, millenaria fortezza alta sulla città. Imperdibile testimonianza della grande storia dell’antica Lumi il Museo dedicato alle Statue stele della Lunigiana, all’interno del Castello.

Palazzo del Vescovado Pontremoli – Foto Sigeric

Steli scolpite fra il IV e il I millennio a.C. a rappresentare astratte figure maschili e femminili in pietra. La loro finalità è ancora oggi un mistero ma illustrano, con allestimento davvero suggestivo, uno degli esempi più importanti della megalitica europea. Dopo tanta cultura è il momento per apprezzare la gastronomia locale un mix di Toscana e Liguria. A cominciare dal tipico Testarolo : un disco di pasta cotto nei tipici “testi” di terracotta, tagliato a losanghe e condito con un pesto grezzo alla ligure. Da provare nei ristoranti locali i piatti realizzati con i funghi provenienti dai boschi delle colline intorno magari accompagnati dalla karsenta , il pane rustico pontremolese. Fra i dolci l’amor importato in zona da pasticceri engadinesi: due cialde di wafer che racchiudono una soffice crema dalla ricetta segreta e la spongata una sfoglia ed un ripieno a base di frutta secca, miele, uvetta, pinoli e canditi accompagnati dal profumo di spezie.

Villa Pavesi Negri Baldini – Giardino all’Italiana – Foto Lunigiana World