Dimezzate le presenze russe nel nostro paese, perduti milioni di euro
Molti operatori li avevano definiti “scontrosi e bruschi”, talora “rumorosi”, altre volte “troppo inclini all’alcool”: erano i turisti russi che giungevano a migliaia nelle nostre città e nelle più rinomate località di vacanza. In Versilia, avevano perfino fatto uno spot pubblicitario per raccomandar loro le buone maniere. Ma fra tanti difetti, i russi avevano però un pregio: quello di girare con portafogli pieni di denaro e di non conoscere il vizio dell’avarizia. Chi li criticava, oggi li rimpiange perché purtroppo le sanzioni internazionali imposte a Mosca e il conseguente crollo del rublo hanno fortemente ridimensionato al ribasso la loro presenza.
Un danno pesante per la nostra economia soprattutto in questi anni di crisi. Nel 2013, secondo dati presentati in un convegno all’Università Milano Bicocca, i turisti russi in Italiana erano stati 1.088.000. Apprezzavano soprattutto arte, ambiente e cucina e arrivano a spendere a persona fino a 210€ al giorno (65% in più di tutti gli altri turisti stranieri). I viaggiatori russi (per classifica di spesa) si concentravano soprattutto in Emilia Romagna. Le altre destinazioni preferite erano e sono tuttora Lombardia, Lazio, Veneto e Toscana.
Negli ultimi cinque anni, il flusso dei turisti provenienti dalla Federazione Russa era più che raddoppiato: da 461mila nel 2009 fino ad arrivare ad oltre un milione lo scorso anno. Poi è scoppiata la crisi in Ucraina e sono scattate le sanzioni contro il Cremlino: un vero boomerang per il turismo italiano e per molti altri settori della nostra economia. Uno studio condotto dal WIFO (Istituto austriaco per la ricerca economica) per il LENA (Il pool di sette importanti quotidiani europei) e pubblicato in prima pagina anche da “La Repubblica” ha stimato che le sanzioni costeranno ai paesi dell’Unione Europea e alla Svizzera un prezzo molto più alto delle previsioni e dei benefici che erano prospettati. Come giustamente hanno osservato alcuni autorevoli commentatori, poiché il Pil della Russia è pari a un sesto di quello europeo il prezzo che paghiamo per sanzionare Mosca è addirittura superiore a quello che viene fatto pagare a Putin. Il documento del WIFO sostiene che nel peggiore degli scenari l’Unione Europea può arrivare a perdere fino a due milioni di occupati per il crollo dell’export verso la Russia. L’Italia, in particolare, potrebbe arrivare a rimetterci fino a 12 miliardi e lasciare senza lavoro 215mila persone. All’interno di queste cifre ci sono anche i numeri che riguardano il comparto turistico: nel breve termine, il calo di presenze russe comporterà una perdita di 10mila posti di lavoro. Secondo i dati dell’ENIT, nel primo semestre di quest’anno, la contrazione dei viaggiatori russi nel nostro paese si attesta tra il 30 e il 50% a seconda delle località. Le sanzioni stanno incidendo pesantemente sui flussi turistici verso l’Italia: le tensioni internazionali e la perdita di valore del Rublo nei confronti dell’Euro sono fattori che non incrementano nei cittadini russi il desiderio di visitare i paesi europei. Un trend negativo che purtroppo interrompe anni di forte sviluppo e di crescente interesse verso l’Italia: una crescita che si era tradotta in un aumento della capacità di spesa da parte dei turisti russi del 2,3% (1,4 miliardi di Euro) superando di gran lunga quella della Cina e dell’India.
Arte, cultura, mare e neve continuano ad essere la domanda preponderante dei viaggiatori che dalla Russia continuano a scegliere la nostra penisola, nonostante i problemi internazionali. Tra le nuove tendenze, spuntano i laghi, le terme, il wellness, borghi e piccole città d’arte, itinerari enogastronomici e perfino la montagna estiva che non affascina la maggior parte dei vacanzieri italiani. I russi che vengono in Italia hanno sensibilità artistica e comuni interessi culturali: c’è da augurarsi che le nostre località continuino a proporre loro nuove offerte e pacchetti convenienti, anche se il contesto generale non è tra i migliori. Occorre in definitiva mantenere alta l’attrattiva del nostro paese rispetto ai concorrenti, puntando a recuperare i numeri perduti quando la crisi internazionale, come ci auguriamo, verrà superata.
Lo stesso presidente Putin, incontrando a giugno il nostro presidente del consiglio, Renzi, ha ricordato che l’Italia è il quarto partner commerciale della Russia e che recentemente gli scambi si sono ridotti del 10% e nel primo trimestre del 2015 sono scesi del 25%. Riferendosi al comparto turistico, Putin ha confermato che oltre un milioni di russi visitava annualmente l’Italia contro i 20mila italiani che ogni anno si recano in Russia.
Purtroppo il quadro geopolitico internazionale è quanto mai complesso, aggravato dal clima di guerra, dai sanguinari attentati dell’autoproclamato Stato Islamico e dalla forte tensione tra Russia e Turchia in seguito all’abbattimento del caccia russo. Il dialogo tra Washington e Mosca resta difficile: il comune impegno nella lotta al terrorismo dell’Isis ha di fatto costretto alla collaborazione Obama e Putin, ma le reciproche posizioni sono molto distanti.