Vale la pena di non perdere lo spettacolo Souvenir de Kiki in scena fino al 18 febbraio al Teatro Vascello , via Giacinto Carini 78 a Roma e con la speranza che prosegua la tournée per altre città italiane come già avvenuto al Teatro Duse di Genova.
In scena la storia di una donna definita dal grande scrittore Hemingway :” Per oltre dieci anni regina di Parigi ma mai una signora”. Dissacrante, provocatoria, in anticipo sui tempi Kiki de Montparnasse , il nome con cui si era ribattezzata e con il quale venne idolatrata dall’ambiente artistico parigino degli anni venti e trenta, è al secolo Alice Prin. Di umili origini, abbandonata dai genitori e cresciu
ta dalla nonna, sbarca nella capitale francese a quattordici anni in cerca di fortuna e a venti ne è la musa indiscussa.“Aveva un bel viso, un corpo magnifico e una bella voce. Almeno quando non cantava”- prosegue Papà Hemingway che le resterà amico tutta la vita. Anche quando la bellezza, l’ammirazione e la fortuna l’abbandoneranno e l’abuso di alcool e stupefacenti ne anticiperà la fine , avvenuta nel 1953. Compagna di sbronze ma anche di gioia di vivere e memorabili serate a La Rotonde, al Café Flore e negli studi degli artisti protagonisti della bohème di quegli anni. La omaggia con l’unica prefazione da lui mai scritta all’ autobiografia-diario Memorie di una modella in cui Kiki con uno stile scarno ma agile racconta la sua sorprendente ascesa. Una donna all’avanguardia, capace di scandalizzare, sorprendere e proporre forme di vita fuori dagli schemi. Perfetta per darle voce, corpo ed anima Manuela Kustermann, anche lei protagonista, assieme al compagno di vita Giancarlo Nanni , con il quale fonda La Fabbrica dell’Attore, del teatro d’avanguardia e della ricerca teatrale italiana. Dal debutto con Carmelo Bene a spettacoli rimasti emblematici del rinnovamento culturale a partire dagli anni ’70.
Da Les Bonnes di Genet a Casa di Bambola di Ibsen, a Come vi piace di Pirandello. Una terza donna contribuisce alla riuscita dello spettacolo: Consuelo Barilari che ne è autrice e regista. Fondatrice di M.E.D.ì- Schegge di Mediterraneo, Compagnia teatrale e Centro dedicato a progetti di sinergie artistiche fra le sponde del Mediterraneo , vedi laboratori multietnici e spettacoli dedicati al dialogo con l’Islam e il Magreb, con particolare attenzione al mondo femminile. Vedi gli spettacoli Harem in Occidente, Teatro e Islam, La Terrazza proibita. Lo spettacolo al Vascello, Souvenir de Kiki, è anche occasione per ricordare la vivacità parigina degli anni ruggenti e artisti come Modigliani che realizza un ritratto di Kiki molto rigoroso e niente affatto scandaloso, Picasso, Soutine, Kisling , Cocteau. Lei posa per loro, diventa attrice nei film surrealisti e dipinge anche lei. Il suo viso incorniciato da un caschetti di lucidi capelli neri e il corpo sinuoso vengono resi immortali dalle foto di Man Ray ,suo appassionato amante. Chi non ha visto il volto di Kiki accanto alla maschera africana o l’ancor più celebre nudo di schiena titolato Lo violon d’Ingres che la ritrae , simile a un’odalisca di Ingres con due chiavi di violino sul dorso. Sarà la musa di quegli anni , spregiudicata e generosa, femme fatal ma di sorprendente sincerità. Quando arriva a Parigi farà molti mestieri: dall’operaria in una fabbrica di scarpe alla cameriera e saltuariamente la prostituta. La sua specialità diventerà scroccare: dal bicchiere di vino al tè caldo. Perché l’inverno a Parigi è duro e lungo. Occhieggia le vetrine de La Rotonde dove l’intelligentjia e gli artisti si riuniscono. Entra sfacciata e senza cappello, una vera provocazione per quegli anni, e , come dice vantandosi, senza mutande. E’ bella e sfrontata e la notano in molti. Inizierà a fare la modella e la vita ha una svolta. Non è la ricchezza ma la fame è finita. Sarà il tempo della spensieratezza, delle notti vissute con intensità fino all’alba , tra balli e bevute. Poi come ci mostra lo spettacolo arriva il declino. Rapido e inarrestabile. Quando mancherà al suo funerale il pittore giapponese Tsuguharu Foujita per il quale ha tante volte posato nuda dirà: “Con lei se ne vanno i giorni felici di Montparnasse”. Un’epoca è finita. Al Teatro Vascello la rivivremo.