Il ritrovamento vicino al Monte Tabor, nel villaggio di Kfar Kama.
Israele non finisce mai di stupire gli archeologi. Dopo il ritrovamento vicino a Rehovot nel centro del paese di 425 monete di oro puro, un tesoro risalente al califfato abbasite, è venuta alla luce in Galilea una chiesa cristiana di circa 1300 anni fa. Sotto il profilo archeologico è una importante scoperta perché mette un altro tassello nel percorso storico che gli studiosi e i tecnici stanno approfondendo da anni, relativo alla realtà di quella zona nel primo millennio. Gli scavi effettuati dalla Israel Antiquity Authority, sotto la guida della dottoressa Nurit Feig, in collaborazione con il Kinneret Academic College, diretto da Moti Aviram, hanno portato alla luce questo eccezionale reperimento, anche con l’aiuto di giovani volontari.
La scoperta ha entusiasmato il capo della Chiesa cattolica greca in Israele, l’arcivescovo Youssef Matta, che è venuto personalmente a visitare il sito in Galilea. Lo scavo è stato condotto prima della costruzione di un parco giochi, su iniziativa del Consiglio locale di Kfar Kama e del Fondo Nazionale Ebraico. Secondo l’archeologa Feig, la chiesa, che misura dodici metri per trentasei, comprende un ampio cortile, un foyer in nartece e una sala centrale. Particolare di questa chiesa è l’esistenza di tre absidi (nicchie di preghiera), mentre la maggior parte delle chiese della medesima epoca erano caratterizzate da un’unica abside. La navata centrale e le navate laterali erano pavimentate con mosaici parzialmente ritrovati. La loro decorazione colorata si distingue dall’incorporare motivi geometrici e motivi floreali blu, neri e rossi. Una scoperta speciale è stata quella relativa al piccolo reliquiario, una scatola di pietra usata per conservare le reliquie sacre. Negli scavi sono stati rinvenuti altri ambienti adiacenti alla chiesa. Secondo un’ispezione radar a penetrazione nel terreno operata dal dottor Shani Libbi, ci sono stanze aggiuntive nel sito ancora da portare alla luce.
All’inizio degli anni ’60, una chiesa più piccola con due cappelle fu rinvenuta all’interno del villaggio di Kfar Kama e fu considerata contemporanea ai ritrovamenti risalenti alla prima metà del VI secolo. Secondo il Prof. Moti Aviam, questa era probabilmente la chiesa del villaggio, mentre la chiesa ora scoperta era probabilmente parte di un monastero della stessa epoca, situato alla periferia del villaggio. La nuova scoperta fa ipotizzare che ci sia stato un importante villaggio cristiano insediato in epoca bizantina a ridosso del monte Tabor, un centro abitato di primaria importanza religiosa per la cristianità, identificato come sito della Trasfigurazione. Nel 1876, quando la tribù Circassa Shapsug si stabilì per la prima volta a Kfar Kama, usò le pietre dell’antico villaggio per costruire le loro case. La scoperta della chiesa a Kfar Kama contribuirà al vasto progetto di ricerca sugli insediamenti cristiani e bizantini in Galilea che viene condotto dal Prof. Moti Aviam e dal Dr. Jacob Ashkenazi del Kinneret Institute of Galilean Archaeology nel Kinneret Academic College.
La Galilea, regione a nord di Israele che si snoda intorno al lago che della regione stessa porta il nome, è caratterizza da un paesaggio verde e ricco di vegetazione, regione ideale per ogni tipologia di turismo, da quello religioso e spirituale fino ad esperienze “outdoor”, alla scoperta di inediti siti archeologici, ricchissimi di suggestione e tradizione. Tutto il territorio di Israele è una fonte inesauribile di testimonianze storiche. Quando al termine della pandemia il turismo potrà riprendere con i suoi ritmi normali, questa destinazione tornerà ad essere una meta privilegiata e internazionale nel bacino Mediterraneo.