IN MOSTRA A CARPI IL RAPPORTO FRA MODA E CAMBIAMENTI SOCIALI

La Mostra Habitus- Indossare la libertà, curata da Manuela Rossi, Alberto Caselli Manzini e Luca Panaro, ospitata fino al 6 marzo 2022 nel complesso di edifici medioevali e rinascimentali detti Palazzo dei Pio a Carpi (Modena) è occasione per capire come l’evolversi e il mutare dell’abbigliamento, in particolare femminile, sia espressione di una trasformazione storico-sociale di cui la moda è costante testimone e di come oltre il vestito ci sia molto di più.

-Diane-indossa-un-wrap-dress-a-stampa-per-una-pubblicita-di-bagagli-1976-

A cominciare da quei concetti di libertà e di uguaglianza che con la Rivoluzione francese si manifestarono anche nell’abbigliamento. Soppresse le colossali parrucche e le mastodontiche crinoline di una nobiltà avviata alla ghigliottina le donne del “terzo stato” per salire sulle barricate a rivendicare i propri diritti preferino indumenti che non ostacolassero le loro marce bellicose. Da allora moda e società procederanno assieme e i mutamenti della prima saranno il riflesso degli eventi storici che punteggeranno la seconda. La libertà nella moda diventa lo specchio di quella dell’individuo, delle sue rivendicazioni di tutele

.-Gabrielle-Chanel-nella-sua-casa-in-Costa-Azzurra-con-il-suo-cane-1930-ca.-©-Chanel-scaled

sociali. La libertà , come dimostra l’esposizione Habitus, si può anche indossare, affrancando il corpo femminile da orpelli e costrizioni , busti, pizzi, abiti lunghi poco adatti a le donne che conquistano nel XX° secolo ruoli e diritti fino ad allora tradizionalmente maschili. Dall’aviatrice Amelia Earhart a Marie Curie alle suffragette di Emmeline Pankhurst. Ce lo ricordano in mostra indumenti iconici. Risale al 1914 l’anticorsetto dello stilista Paul Poiret e a partire dal 1922 il reggiseno , vera e propria svolta liberatoria rispetto a busti e

-Gabrielle-Chanel-con-il-Duca-Laurino-1930-©

bustini. Dopo la Grande guerra è Coco Chanel a proporre capi elegantissimi ma comodi. A cominciare dai pantaloni. Toccherà a Marcel Rochas creare, nel 1932, il power suit, il completo femminile giacca e pantalone, che divenne simbolo della parità dei diritti tra sessi, in particolare nel lavoro. La sezione Scoprire il corpo introduce agli anni del secondo dopoguerra, quando le donne, grazie all’aiuto del cinematografo, affermano le loro libertà. Anche scoprendo il proprio corpo. Lo testimonia Silvana Mangano che in Riso amaro (1949) veste nel film esattamente come le mondine in partenza spesso proprio da Carpi vero le risaie piemontesi. Gambe nude, esigue magliette e cappellone di

Smiling woman pinup wearing two piece gold bikini bathing suit posing riding water skis indoors, Los Angeles, California, 1949.

paglia le vediamo nelle immagini della Mostra. Ridenti e un po’ sfacciate sottolineano come l’abbigliamento per svolgere un lavoro duro sia anche affermazione di autonomia sociale e, in parallelo, sessuale. Calzoncini arrotolati antesignani dei futuri hot pants , oggi amatissimi dalle più giovani, e di quella minigonna , creata da Mary Quant ,che negli anni ’60 fu davvero manifesto della liberazione femminile. La sezione Work, sport, cool è incentrata sugli anni settanta e ottanta. La moda diventa unisex e si afferma il prêt-à-porter con capi prodotti serialmente.

Altra icona liberatoria il bikini, le t-shirt

Diane-indossa-un-wrap-dress-nel-suo-appartamento-di-fronte-al-suo-primo-Warhol-1977-Burt-GlinnMagnum-

e i jeans, entrambi nati come capi da lavoro e in seguito messaggio contestatorio di ribellione ( vedi James Dean in Gioventù bruciata) e poi di un modo nuovo di vestire casual. Simbolo dello sportswear che può diventare capo di lusso la felpa nata dalla carpigiana Best Company. Carpi, non va dimenticato, vanta una lunga tradizione nel campo del tessile, nell’abbigliamento e una radicata vocazione produttiva. La mostra si chiude con Destrutturare, con due capi nati negli anni ’70: il Wrap dress di Diane von Furstenberg e la Giacca destrutturata di Giorgio Armani. Entrambi impongono una nuova concezione di abito senza imbottitura e controfodera, a volte senza bottoni e pro 5.-Mondine-in-posa-nelle-valli-carpigiane-databile-1947-1948-Fondo-Gasparini-scaledporzioni fluide completamente innovative. Essenzialità progettuale per creare, come ha affermato Giorgio Armani, una vestibilità “rilassata, informale, meno rigorosa, ma che lascia intuire il corpo e la sua sensualità”. Una mostra di indubbio interesse da abbinare a una passeggiata nel suggestivo centro storico, alla vasta Piazza dei Martiri fra le più belle d’Italia, al Duomo e magari una vista alle storiche Acetaie di Balsamico .
Info: www. palazzodeipio.it tel. 059/649955 -360

.-Gruppo-femminile-1948-Fondo-Gasparini-scaled
Mondine-in-posa-nelle-valli-carpigiane-databile-1947-1948-Fondo-Gasparini-
Gruppo-di-mondine-in-posa-in-un-canale-delle-valli-carpigiane-databile-1947-1948-Fondo-Gasparini-