
Anche le “Monelle” crescono. Nella vita e nello spettacolo. Importante è che il diventare adulte porti con sé non solo l’inevitabile crescita biologica ma anche intellettuale ed umana. Per Anna Ammirati è stato così.
La sconosciuta diciannovenne che a recitare aveva cominciato a otto anni, voluta da Tinto Brass, maestro del cinema erotico, per interpretare la spregiudicata e provocante Monella, appunto, è diventata nel tempo un’attrice sempre più completa, poliedrica ed impegnata. Brass, considerato un autentico genio della scoperta, nel senso più ampio del termine, di giovani virgulti femminili aveva visto giusto. La bicicletta che nel film Anna pedalava con le gonne al vento, lasciando poco all’immaginazione, sotto lo sguardo concupiscente dei contadini della bassa, l’ha portata lontano. Allo scandalo provocato dalla pellicola rispose con una tournée teatrale di tre anni in compagnia di un attore prestigioso come Giulio Bosetti. Da allora ha alternato al teatro cinema e televisione e diventando lei stessa autrice e regista. Come nello spettacolo, in scena dal 18 al 23 febbraio al Teatro India-Teatro di Roma, Napsound. Napoletana Doc, dimostratasi perfettamente a suo agio nella fortunata serie Mare Fuori, dove è la guardia carceraria Liz e nel recente ed intenso Napoli- New York di Gabriele Salvatores, sostituta mamma dei due orfani sbarcati soli in America, l’attrice porta la sua città nel cuore. Vista però fuori dagli stereotipi scontati sulla “napoletanità”. Nello spettacolo la grande tradizione partenopea : da Viviani a de Filippo e Totò si intrecciano all’attualità e ricerca scenica. Napsound è un viaggio teatrale interiore e potente. Un one waman show dove poesia, musica e immagini si fondono e i classici vengono reinterpretati e combinati alla musica elettronica di Mario Conte e alle installazioni video di Alessandro Papa. Quella che Anna Ammirati porta in scena è una riflessione profonda e personale sulle fasi dell’esistenza: infanzia, adolescenza e maturità. Una performance in tre atti la cui forma narrativa è la poesia.
Anzi un dialogo tra poesie che la musica punteggia e sottolinea creando un’intensa e innovativa immersione teatrale. “Questo spettacolo è la mia creatura. E’ cuore, sudore, anima, sangue e cervello- sottolinea Anna Ammirati- È il mio primo spettacolo teatrale, in cui mi sono diretta da sola. Nasce da un’urgenza autentica e rivela la storia di una donna che attraversa le stagioni della vita, dalle prime esperienze fino alla pienezza dell’età adulta. Lo racconto attraverso le poesie di Eduardo De Filippo, la musica elettronica – che amo tanto – e la videoarte. Ho voluto creare un’esperienza teatrale contaminata per raccontare esperienze personali ma in cui molte donne possono ritrovarsi”. I personaggi di Napsound si muovono tra le voci della poesia napoletana, trasformandosi e intersecandosi in un continuo gioco di ruoli, un intreccio di storie. Il giudice di Eduardo De Filippo si trasfigura nel Dio cattivo di Ferdinando Russo, mentre la donna borghese di Totò si evolve nella popolana di Viviani che incita la folla. Questo e significati stimola il pubblico a riflettere sui legami tra passato, presente e futuro, esplorando la complessità dell’identità umana”. E’ come se l’attrice aprisse , come novella Alice di Carroll, una serie di porte e dietro ognuna si aprano mondi diversi. Fra gli impegni più recenti Ragazzo di Trastevere, di Giuseppe Patroni Griffi , diretto da Giuseppe Sollazzo e Oh scusa dormivi… di Jane Birkin in cui interpreta la mitica cantante e attrice, musa di Serge Gainsbourg, diretta dal regista Marcello Cotugno.
Foto: Filippo Manzin