In ripresa la destinazione centroamericana che – oltre alle città coloniali,
alla natura e al mare – punta sul Pacifico e sull’area caraibica,
sempre con grande attenzione alla sostenibilità.
Tra i paesi del Centroamerica, il Nicaragua ha sicuramente tutto ciò che un viaggiatore curioso e attento al turismo sostenibile cerca: una natura incontaminata, isole incantevoli, cultura e tradizioni, un popolo generoso e ospitale. Un Paese che offre, a seconda della regione, molte attrattive: non a caso, il suo territorio è stato diviso in quindici itinerari turistici, per mettere maggiormente in evidenza le peculiarità e le caratteristiche locali, incentivando lo sviluppo delle comunità. Per citare soltanto qualcuno dei principali: la Ruta del Café, la Ruta Colonial y de los Volcanes, la Ruta del Agua, la Ruta de Santino e la Ruta de las Areas Protegidas, le aree protette.
In totale il Paese dispone di ben 72 aree protette, che arrivano a superare le 100 se si includono anche le aree private e le riserve della Biosfera. Tra le riserve più famose, ci sono la Riserva Biologica di Cayos Miskitos, la Riserva Naturale di Miraflor, la Riserva Vulcano Mombacho, il Parco Nazionale del Vulcano Masaya.
Nel territorio c’è anche un’isola unica al mondo, quella di Ometepe, che si trova nel Lago Nicaragua, il “Mar Dulce” detto anche Cocibolca: qui si trovano due vulcani, Concepción di 1.610 metri di altezza e Maderas, di 1.394 metri, oltre a una natura esuberante e una popolazione ospitale. Più a sud, sempre nel lago, si trovano le isole Solentiname, dove la popolazione ha sviluppato un’arte pittorica primitivista famosa in tutto il mondo.
Inoltre, ben due località nel Paese sono Patrimonio dell’Umanità UNESCO, le rovine di Léon Viejo, uno dei più antichi insediamenti spagnoli nelle Americhe e la Cattedrale di Léon, edificata tra il 1747 e l’inizio del XIX secolo, in stile eclettico.
Una destinazione che ha tutte le carte in regola per attirare visitatori da tutto il mondoi Al primo posto la Germania, con circa 20.000 turisti, seguita da Spagna con 18.500, Francia con 14.000, Olanda con 10.500 e Italia con 7.500 – afferma Ana Carolina García Tijerino, Direttore Promozione e Marketing in INTUR, Instituto Nicaragüense de Turismo – In
controtendenza rispetto al 2018, da gennaio a settembre 2019, abbiamo registrato un incremento su tutti i mercati e ci stiamo attestando intorno ai 100.000/120.000 turisti in media al mese provenienti da tutto il mondo. Una ripresa confermata anche durante la prima edizione della fiera Nicatur, svoltasi a settembre a Managua, che ha attirato media e buyer da tutto il mondo”.
INTUR ha anche stilato il profilo del turista italiano, che in Nicaragua cerca soprattutto la natura e le spiagge mentre per la sistemazione preferisce hotel di piccole dimensioni, in particolare boutique hotel. La durata media del soggiorno dei turisti italiani varia da 7 a 10 giorni.
Per quanto riguarda le novità turistiche, il Nicaragua sta puntando su nuove aree da proporre al turismo internazionale. Per esempio, sulla costa del Pacifico, San Juan del Sur è una zona che offre itinerari legati all’ecoturismo e alla sostenibilità, famosa per il surf e lo yoga, dove sono sorti negli ultimi anni hotel e resort nel pieno rispetto ambientale. Come Morgan’s Rock Hacienda & Ecolodge, sistemazioni con magnifica vista sul mare nel mezzo della foresta e dove nel ristorante si consuma quello che si coltiva nella fattoria organica. O come TreeCasa, un hotel ecologico con spettacolari suite direttamente sugli alberi, dove si può praticare yoga, surf e surf break.
Sulla costa caraibica, invece, grande attenzione per Bluefields, nel Caribe Sur del Paese, una cittadina fondata nel XVII secolo da un pirata olandeseore
Senza dimenticare ovviamente le Isole del Mais (Corn Islands) due piccole isole di spiaggia bianca che si trovano al largo delle coste del Nicaragua, sempre all’altezza di Bluefields.
“In totale il sistema ricettivo del Nicaragua offre al visitatore 25.000 camere distribuite su tutto il territorio.. Un ultimo accenno va alla gastronomia del paese è varia e ricca: nella zona caraibica predominano piatti a base di cocco, per via dell’influenza afrocaraibica, mentre nell’area pacifica a base di mais”.
Per informazioni: www.visitcentroamerica.com – www.visitanicaragua.com