Presentato a Roma nel singolare contesto del “COQUIS” Ateneo Italiano della cucina, un interessante itinerario turistico e gastronomico, ancora poco frequentato dagli Italiani. A un centinaio di chilometri da Salonicco, si raggiunge la cittadina di Ouranoupoli, sita sul terzo piede della penisola Calcidica, quello più orientale. Ouranoupoli significa città del cielo e, in effetti, vi si respira un’aria mistica con i suoi negozi di icone ed articoli religiosi, poiché questo è il porto di imbarco che conduce agli approdi del Monte Athos: la piccola “repubblica” monastica, che per antichissima tradizione è interdetta alle donne, pur essendo questo lembo di terra consacrato alla Vergine Maria. Questo territorio, si spinge per quaranta chilometri sul Mare Egeo, verso sud-est e culmina con una vetta di ben 2033 metri, chiamata il Santo Monte, in greco Aghion Oros. La sua natura bellissima, incontaminata e selvaggia accoglie venti monasteri, che custodiscono la più integra tradizione cristiano-ortodossa, opere d’arte di incalcolabile valore e una infinità di testimonianze storiche che abbracciano quindici secoli. Pur appartenendo alla Grecia, l’Athos gode di una autonomia molto ampia: un sinodo locale composto dai rappresentanti dei vari monasteri governa l’area e le comunità monastiche. Ogni anno migliaia di pellegrini, turisti ed escursionisti provenienti da tutti i continenti vengono accolti dai monaci che danno loro ospitalità e cibo senza chiedere nulla in cambio. I circa 2000 religiosi che dimorano nei cenobi vivono con le offerte spontanee dei visitatori, che possono accedere per quattro giorni con un permesso rilasciato dall’ufficio doganale di Ouranoupoli e il versamento di una tassa di pochi euro. L’esperienza è intensa e non priva di avventura: sentieri impervi, talora improvvisi acquazzoni, poi il ritmo di vita dei monasteri assolutamente lontano dal nostro. Sveglia alle tre di notte, per seguire una lunga liturgia che ha termine verso le sette del mattino. Segue una nutrita colazione-pranzo che va consumata in silenzio e in circa venti minut i. Il resto della giornata è libero. La cena solitamente è alle 18, con le stesse modalità: quiete e preghiera sono i presupposti fondamentali della vita monastica. Il cibo è eccellente, salutare e ben equilibrato. I monaci non mangiano carne, ma solo verdure, formaggi e pesce da loro pescato. E’ concesso un bicchiere di buon vino di loro produzione, tranne che nei giorni di astinenza. I religiosi infatti alternano questa alimentazione a giornate di severo digiuno e sono tutti molto longevi. I visitatori sono liberi di restare nei monasteri o di uscire per escursioni o per trasferirsi da una comunità all’altra, ma una regola ferrea inchioda i nottambuli: alle 20 in punto i portoni dei conventi si chiudono e nessuno li riaprirà fino al mattino successivo. Chi è dentro è dentro, chi è fuori e fuori. Questa vita austera è mitigata dalla bellezza del luogo, dalla eccezionale biodiversità della natura e dai panorami che si affacciano sul mare, dove tuttavia è proibito fare il bagno. Terminata la rigorosa esperienza all’interno dell’Athos, i visitatori possono raggiungere le loro compagne nelle vicinissime Isole Ammulianì e riprendere felici i ritmi di sempre. Queste isolette distano meno di un miglio marino dalla costa e nascondono spiagge e insenature deliziose, la più famosa delle quali è Alykes Beach. E’ una meta poco conosciuta e prediletta da chi non ama il turismo di massa. Ci sono poche camere, piccole strutture alberghiere e un campeggio. Questo luogo, conosciuto anche come l’isola dei gabbiani, è famoso per la freschezza del pesce della zona e per la gastronomia locale, considerata una delle migliori di tutta la Grecia. Qui, se il pesce non è stato pescato il giorno prima non è considerato fresco. I vini locali sono eccellenti, soprattutto quelli che provengono dai vigneti dei monasteri. Non so se la notizia sia vera, ma corre voce che una discreta quantità di bottiglie pregiatissime sia acquistata ogni anno dal Cremlino. Proprio per apprezzare le specialità culinarie, è stata organizzata a Roma questa presentazione, dove giornalisti e il pubblico sono stati invitati a degustare alcuni piatti della ottima gastronomia monastica e a cucinare loro stessi il cibo sotto la guida delle cuoche dei migliori ristoranti delle Ammoulianì e della vicina terraferma. Non dimentichiamo poi che questa area della Calcidica ha una valenza anche culturale: la vicina città di Stagira ha dato i natali ad Aristotele, uno dei padri del pensiero filosofico occidentale e nella pace di questi luoghi è consigliabile riposare e rileggersi i suoi scritti.
Testo e Foto di Carlo Sacchettoni:
Monastero sull’Athos, cuoche greche alla presentazione a Roma, una Baia delle Isole Ammouliani’, Monastero russo, Il Monte Santo, Pesce.