Tra i Sassi e i campi di grano, nel nome dell’arte Una masseria polo di arte contemporanea su una collina che guarda a Matera, in Basilicata, tra infiniti campi di grano, lenticchie e un uliveto biologico.
Rinata nel 2016 per mano dei fratelli baresi Fausta e Gianlorenzo Bolettieri, nel segno della buona accoglienza e della residenza per artisti, Fontana di
Vite fu costruita nella seconda metà del 1700 in una delle tenute dei conti Gattini. A 7 chilometri dall’incanto delle chieste rupestri e dei Sassi d’argento di Matera, ha conosciuto il suo primo momento di celebrità nel 1975, quando il fotografo Beni Trutmann si trovò a passare tra queste colline al seguito di una Fiat 126 gialla. Lo svizzero fece qualche buono scatto. La Masseria apparve sulla pagina del mese di maggio del calendario Fiat di quell’anno in compagnia dei mulini olandesi e dei fari di Bretagna.
Il recupero
Per Fontana di Vite, il progetto di recupero in chiave di ospitalità prende forma nel 2014 per volontà di mamma Annamaria Lorusso e papà Roberto Bolettieri. Con la residenza padronale, il ballatoio, la balaustra con le colonnine in cotto e i magazzini con le volte a botte destinati alla conservazione del grano, il nucleo storico viene ristrutturato e destinato ad accogliere il ristorante, il bar, la reception, la sala meeting e 5 stanze per gli ospiti. L’arco con lo stemma di famiglia, un gatto su tre monti con una vipera tra i denti, introduce ancora adesso al cortile. Nel corpo staccato con le “lamielle” (fabbricati con volte a botte) e i tetti a pignon, tipici dei borghi rurali di questa Basilicata, vengono ricavate altre 10 camere arredate in modo minimalista con mobili di famiglia, testiere in ferro, cassapanche, biancheria di lino e cotone nei toni del verde salvia, il tortora e il bianco, i colori che dominano in tutta la masseria.
Le tracce della Storia
Appena fuori la corte della masseria si trova una chiesetta con un piccolo campanile, il soffitto decorato da carte dipinte e i resti di una statua di San Giovanni, in cartapesta, che risale ai primi del 1900, quando la famiglia Lorusso di Altamura rilevando la Masseria, la trasforma in un più ampio borgo rurale. Della stessa epoca è la colombaia: una torretta con pinnacoli e archetti pensili, costruita sul fabbricato centrale. Negli anni ’50, nella masseria, al grano si aggiunse l’uva e il tabacco. Presero forma allora i capannoni-essiccatoio adesso vicini alla piscina. A circa 200 metri dal corpo principale, su un piccolo poggio al di là della strada di accesso, circondato da fichi, gelsi e campi di grano, si trova lo “iazzo”, lo stazzo per le pecore con i piccoli alloggi per i pastori. Una sorgente naturale sgorga poco lontano, segnata da un frontone di pietra.
L’origine del nome
A Fontana di Vite i segni del tempo sono custoditi con cura. Ci sono pezzi di antiquariato e di famiglia, ante di armadio decorate, guide alle regioni italiane del Touring Club del 1937 in un mobile recuperato in un vecchio garage. Nella reception, oltre al calendario Fiat, c’è un’antica mappa, ritrovata tra le carte del nonno Lorusso, che rappresenta la masseria e i suoi vigneti. In questa mappa, la masseria viene presentata con il nome novecentesco di Fontana di Vita con una chiara allusione alla sorgente naturale, fonte di vita. Il nome adottato in questo secolo, Fontana di Vite, fa invece riferimento ai vigneti di quella preziosa mappa.
La Residenza per artisti
La passione per l’arte contemporanea dei giovani proprietari della masseria fa nascere, nel 2018, il progetto Matera Artist Residency. Il suo scopo è fare dell’antica masseria lucana un hub culturale e un polo di arte contemporanea offrendo la possibilità, due volte l’anno, ad artisti da tutto il mondo, di alloggiare in masseria e lavorare nei grandi capannoni dove si essiccava il tabacco, con l’accordo di lasciare almeno un’opera d’arte al parco scultoreo della Masseria. Il progetto di Art Hotel raccoglie da subito l’interesse di Carl Kostyal, noto gallerista svedese di stanza a Londra e Malmo , diventa una delle attività collaterali del fitto calendario di Matera Capitale Europea della Cultura 2019.
Nel 2018, la masseria ha ospitato due giovani artisti americani di successo: Gina Beavers che a marzo del 2019 ha tenuto una mostra personale al Moma PS1 di New York e Austin Lee che vanta collaborazioni con gallerie del calibro di Peres Project di Berlino e della Jeffrey Deitch di New York e Los Angeles. partnership tra Masseria Fontana di Vite e il gallerista si arricchisce di un terzo partner, la Banca Popolare di Puglia e Basilicata. L’istituto di credito è sponsor del progetto nell’ambito del programma ‘‘Popolarte’’ con cui la banca promuove la diffusione di opere di artisti locali e internazionali nelle proprie sedi.
La Masseria in breve
Fontana di Vite ha 15 camere doppie di cui 1 suite e 1 junior suite distribuite tra il corpo principale e il fabbricato di “lamielle”, dotate di tv, minibar, aria condizionata, wifi e possibilità di letti aggiunti.
L’albergo ha una piscina esterna panoramica, con affaccio su Matera, attrezzata di docce e sdraio, con sedute e bar estivo ombreggiati.
Stagionale e aperto anche a pranzo, il ristorante propone piatti di cucina tipica delle Murge, taglieri di salumi e formaggi locali, prodotti dell’orto della masseria e di piccoli agricoltori del territorio. Non mancano mai, per la prima colazione, ricotta fresca, mozzarelle, focacce e pane di Altamura Dop, frutta fresca, torte dolci e salate.
Una sala meeting da 100 posti completa l’offerta alberghiera.
La Masseria propone un ricco ventaglio di visite guidate a Matera e dintorni, lezioni di cucina, tour e noleggio biciclette e, in autunno, una partecipazione alla raccolta delle olive.
Fontana di Vite si trova in località Borgo Venusio, una frazione di Matera, i cui Sassi sono dal 1993 sito Unesco.
L’aeroporto più vicino è Bari, da cui per raggiungere la Masseria, si può richiedere un transfer a pagamento (45 minuti di viaggio).
I prezzi partono da € 80 per la camera doppia, in pernottamento con la prima colazione.
Web www.fontanadivite.com