Napoli delle meraviglie e, aggiungiamo, delle sorprese. Sono la capacità di stupire e i tanti contrasti e affascinare e al contempo disorientare il visitatore. Ieri come oggi. Una città unica dove tutto coesiste: un impareggiabile patrimonio artistico e edifici un tempo splendidi ma ormai devastati dal tempo; gentilezza antica e generosità spontanea accanto all’imbroglio repentino e inatteso. Brutalità e prepotenza convivono con una gioia di vivere e creatività che salvano la città dall’affondare nelle proprie secolari problematiche.
Sì, perché estro e genialità sembrano far parte del Dna partenopeo, si tratti di inventiva musicale, letteraria, teatrale, artistica o di quella capacità artigianale che può essere definita, per perizia e ingegnosità, arte essa stessa.
Un capitale in costante rinnovamento che trova il suo habitat ideale nei vicoli della città antica. In quei Decumani che la tagliano come ferite da cui fuoriesce un humus fatto di linfa vitale del quale sembrano nutrirsi i tanti atelier d’arte. Come “Spiff” lo spazio che accoglie il talento multiforme di Andrea Maresca in Via Benedetto Croce 20, a due passi dal Chiostro di Santa Chiara e dal Gesù, nel cuore della Napoli più autentica. “Cercavo uno spazio proprio dove sono nato e cresciuto, dove si trovano ancora i miei affetti e da sempre i riferimenti della mia quotidianità. Qui dove oggi si trova questo mio studio-laboratorio c’è stata, per generazioni, una gioielleria. Ci venivo con mia madre e gli anziani proprietari mi volevano bene. Forse per questo quando si sono ritirati dall’attività non hanno esitato a cedermi il negozio dove ho voluto lasciare per ricordo la loro vecchia monumentale cassaforte. Ma un regalo ancora più grande è stato cedermi le migliaia di perle e pietre colorate che mi incantavo a guardare in vetrina da bambino. Quando erano colpite dal sole diventavano un caleidoscopio luminoso”. Ora quelle pietre e molti altri elementi Maresca li utilizza nelle sue realizzazioni dando loro nuova
vita e finalità. “ A trasformare, riciclare ho cominciato da bambino: scatole di pomodori, stoffa, carta, tutto mi serviva per creare nella mia stanza il mondo di un personaggio. Questo era il mio gioco. Quando ritenevo che quel mondo fosse completato il gioco finiva. Al contempo disegnavo: dai muri ai frutti messi sulla tavola che diventavano eroi della mia realtà parallela”. Non stupisce che questo istinto naturale l’abbia condotto verso studi artistici condizionati però dalla necessità di occuparsi dell’attività di famiglia dopo la precoce morte del padre. “Ma a disegnare, concretizzare manualmente quanto avevo in mente non ho mai rinunciato. I miei lavori li mettevo nelle vetrine della tabaccheria dove passavo ore interminabili. Alla gente piacevano, li acquistava e nel tempo ho preso coraggio e mi sono dedicato a fare quello che amavo”. Con ragione diciamo vedendo gli alberi di Natale multicolori realizzati con , carta, stoffa o la spugna di plastica utilizzata nelle cassette per proteggere la frutta. Altrettanto sorprendenti e attraenti le scatole per regali che realizza: stratificazioni di pietre, stoffa, paillettes o voli di farfalle di carta che ritaglia senza alcun modello ma seguendo un disegno mentale noto solo a lui. “ Sì, la scatole hanno grande successo tanto che per alcuni diventano, visto che vanno conservate dato l’effetto finale e il lavoro che comportano, più importanti a volte del regalo stesso. Spesso le realizzo su richiesta, dopo essermi ben informato su cosa conterranno e a chi saranno offerte. Ci tengo che le mie “creature” vengano realizzate nel giusto modo per la persona giusta e mi diverto ad immaginare come verranno accolte”. Paradigmatico dell’anima partenopea l’estro creativo di Maresca. Da un lato una produzione romantica e delicata che si esprime soprattutto nel disegno. Come le idilliache immagini dei Pulcinella innamorati sullo sfondo di paesaggi napoletani e di feste tradizionali di cui tiene a salvaguardare il ricordo. Li ritroviamo nei calendari, piastrelle di maiolica, tazze, notes per appunti. Dall’altra l’anima esplosiva e vulcanica locale che si esprime nei Vesuvi scolpiti da cui fuoriescono statuette di San Gennaro, cuori incandescenti e cornetti scaramantici. Al corno, millenario simbolo apotropaico partenopeo, l’artista dedica una serie di esecuzioni di forte impatto formale e cromatico. Un’esaltazione dell’energia vitale di una città dove entusiasmo ed esuberanza sono di casa. E Andrea Maresca lo conferma.