Cosa sappiamo dell’Estonia, la più settentrionale delle Repubbliche Baltiche a cui fino alla fine dell’anno spetta la Presidenza del Consiglio dell’UE di cui è membro dal 2014? Probabilmente poco.
Un peccato, perché dal 1991, anno della dichiarazione di indipendenza dall’ occupazione sovietica, la piccola Repubblica affacciata sul Baltico, 45 227 km2 di superficie e 1. 315 944 circa di abitanti, da luogo uggioso e scialbo in cui le difficoltà economiche si affiancavano alla mancanza di autonomia e libertà individuale, si è trasformata in una delle società più digitalmente avanzate del mondo. Non a caso è la patria di Skype , Hotmail e Transferwise, un convertitore di valuta on line che ha attirato importanti capitali internazionali. Grazie a una sorta di Carta di Identità digitale gli Estoni accedono a circa 600 servizi per gli individui e 2.400 per le diverse attività lavorative. Un sistema internet iper veloce e un Wi Fi capillare e spesso gratuito consentono in pratica ovunque di pagare trasporti e parcheggi, di votare , eseguire transazioni bancarie, ricevere prescrizioni dal proprio medico, studiare e accedere a materiale didattico chiedere prestazioni di ogni tipo al Governo e creare in meno di 20 minuti un’attività lavorativa attraverso il proprio pc. Come dichiarò nel 2014 il Presidente Barack Obama :” Siete diventati un modello per come i cittadini possono interagire con il loro Governo”. Flessibilità, dinamicità, capacità di programmare il futuro hanno creato molti posti di lavoro e nuove aziende attirando anche investimenti dall’estero. Ma non basta. Tallin, la capitale ha un centro storico Patrimonio dell’Unesco considerato il più vasto e antico d’Europa, parchi, musei e una vita notturna vivace e attività legate alla creatività della moda o del design che l’hanno fatta definire “la nuova Berlino”. L’Estonia inoltre offre una natura incantevole e incontaminata: dalle spiagge baltiche alle 2.222 isole da scoprire a piedi o in bicicletta nella pace più assoluta e a costi contenuti. Come la più grande, Saaeramaa, dalle alte scogliere e ricca di Spa che utilizzano i fanghi locali. Proprio qui ha soggiornato a lungo Konrad Mägi (1878- 1925), il più importante pittore estone. Le sue opere, per la prima volta esposte in Italia, fino al 28 gennaio 2018, alla GNAM –Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, quasi sempre prive di presenze umane, sono ispirate dai panorami locali e sorprendono per vivacità di colori e potenza creativa. Cresciuto fra i boschi, ombroso e solitario, si definiva “un figlio del nord” e come tale sentiva la forza generatrice di una natura intesa come valore sacro e metafisico. Dipingeva cieli che considerava dimora degli dei e dove si muovono nuvole rosse, viola in una sorta di apocalittica visione primordiale. Grandi montagne azzurre si specchiano su laghi multicolori circondati da prati dalle caleidoscopiche fioriture. Mägi inizia a dipingere quasi trentenne, dopo studi assai rapidi, ma nella sua breve esistenza lo farà intensamente passando da uno stile all’altro, dal pointillisme alla Saurat al simbolismo, dal decorativismo alla Klimt alla potente vitalità dell’espressionismo. Soggiornerà anche in Italia e , in mostra, spiccano le sue vedute di Capri e Venezia. E’ il primo pittore a introdurre in Estonia, negli gli anni intorno alla prima Guerra Mondiale, una nuova, rinnovata visione artistica, non inferiore a quanto veniva realizzato in luoghi conclamati come Parigi. Tale la sua capacità innovativa da precludere alle sue opere, durante il regime comunista, la possibilità di essere esposte al pubblico. La sua arte, in parte ignota agli stessi estoni, è stata riabilitata e apprezzata solo tardivamente e quindi ammirevole la scelta della GNAM di consentire anche al pubblico italiano di ammirarla.