di Emanuele Masini
Ho assistito al Concerto di Claudio Baglioni tenutosi alle Terme di Caracalla (Roma), e non avevo intenzione di scrivere alcunché in proposito… o almeno era quello che pensavo ieri, poco prima dello spettacolo. Il giorno dopo è stato impossibile trattenersi, tanti e tali sono stati gli spunti.
Baglioni ha voluto fortemente questa location, ed ha tenuto a precisare, con una punta di orgoglio, che è la prima volta in assoluto che un’apertura così prestigiosa, come è quella della Stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma, venga affidata a un compositore e interprete di musica pop.
Lo spettacolo inizia alle 21:10, e si capisce immediatamente che si assisterà ad un progetto musicale e spettacolare inedito, multidisciplinare, insomma, un vero e proprio kolossal.
I grandi artisti italiani in attività, quelli grandi davvero, si contano sulle dita di una mano,
quelli che puntualmente riescono a sorprenderti in una esibizione dal vivo, dopo 50 anni di carriera, francamente non ne conosco. Già so che qualcuno dirà: “e Vasco Rossi? e Renato Zero?”. Per carità, sono bravissimi e li adoro entrambi, ma ritengo che i loro concerti, per quanto di altissimo livello, siano ormai sempre uguali a se stessi … a parte uno.
La bravura di Claudio Baglioni sta nel riuscire ad attualizzare, ogni volta che li esegue dal vivo, perfino i pezzi scritti negli anni ‘70, mi spiego meglio: gli arrangiamenti, l’Orchestra Italiana del Cinema diretta da Danilo Minotti, il Coro Giuseppe Verdi, le coreografie (grandi complimenti a Giuliano Peparini ed a tutto il corpo di ballo), le scenografie, le immagini proiettate, i giochi di luci, fanno sì che quando si ascoltano pezzi come “Io me ne andrei”, “Quante volte”, “W L’Inghilterra”, “Ninna Nanna Nanna Ninna”, “Poster”, ci si emoziona come se si ascoltassero per la prima volta.
Si susseguono brani che hanno fatto la storia della musica leggera italiana alternandosi con altri più recenti.
Mi soffermo su un momento dello spettacolo, da “brividi”: dopo un’ora circa entra in scena Giovanni Baglioni, il pubblico si alza in piedi, lo ama e lo acclama, e come potrebbe essere altrimenti?
Nel 1982 quando Baglioni presentò per la prima volta il brano “Avrai”, scritto come tutti sanno in occasione della nascita del figlio, fu impossibile non adorarlo, chiunque fu toccato nel profondo dell’anima da un testo che trattava uno dei sentimenti più forti e potenti che l’essere umano conosca, quello dell’amore per un figlio.
Due strofe su tutte: “avrai giochi elettronici e sassi per la strada” e “avrai una radio per sentire che la guerra è finita”.
Oggi, quel figlio, a cui tutti abbiamo dato il benvenuto quarant’anni fa, è sul palco insieme a suo padre … già basterebbe questo per emozionarsi… ma c’è dell’altro, ed è pura magia.
Per chi non lo sapesse, Giovanni Baglioni è uno dei nomi più interessanti ed originali nel panorama della chitarra acustica solista contemporanea, ed è proprio in qualità di chitarrista che ha accompagnato il padre in occasione di due brani storici, ovvero “Con tutto l’amore che posso” e “Quanto ti voglio”. L’originalità dell’arrangiamento eseguito da Giovanni è straordinaria, e a tratti le parole di “Con tutto l’amore che posso” non sono sembrate più quelle di un uomo innamorato verso la sua donna, ma quelle di un padre per il figlio.
Al termine delle due esibizioni, “standing ovation”.
Altri momenti indimenticabili, quando Baglioni interpreta alcuni cavalli di battaglia suonando il pianoforte (Questo piccolo grande amore, Amore bello, E tu, Sabato pomeriggio, E tu come stai?), ed ancora, l’esecuzione di “Buona Fortuna” a cappella insieme al Coro, e, per concludere, un flamenco ballato divinamente da due ballerini prima del brano “Fammi andar via” .
Lo spettacolo termina con tre bis: “Mille giorni di te e di me”, “Via”, “La vita è adesso”
Il Concerto è durato tre ore circa, 180 minuti che sembrano passati in un attimo, si percepisce che il pubblico è entusiasta e che vorrebbe tornare anche il giorno dopo, e quello dopo ancora, del resto, prendendo a riferimento uno dei suoi ultimi brani, molte sue canzoni ci fanno tornare in mente “Gli anni più belli”.