L’Italia enologica è in fermento pronta a mostrare , da sabato 25 a domenica 26 maggio, il meglio della sua produzione per la ventisettesima edizione di Cantine aperte, la più importante manifestazione, legata al turismo del vino.
Quest’anno circa ottocento aziende, dalla Val d’Aosta alla Sicilia, si apriranno ai visitatori. Occasione ghiotta per capire, fra cantine, barricaie, vigneti e produzione e affinamento, come nascono le etichette che hanno portato il Bel Paese ai maggiori traguardi internazionali e degustarle nei tanti spazi enogastronomici di molte Aziende. Situate spesso in territori che di per sé meritano una visita. Come la Valpolicella (www. valpolicella web.it) la zona collinare a nord ovest di Verona e situata fra il lago di Garda, il fiume Adige e a nord dai Monti Lessini e le Prealpi. Da secoli terra di vini pregiati, citati da Plinio, Marziale e Svetonio e che proprio al vino pare debba il suo nome: “Vallis-polis-cellae” cioè “Valli dalle molte cantine” . DOC fin dal 1968 i vini Valpolicella nascono nei comuni di Negrar, Marano, Fumane, Sant’Ambrogio, Pescantina e San Pietro in Cariano da vitigni autoctoni: la Corvina, il Corvinone e la Rondinella . Il Valpolicella dell’annata, giovane e vivace, è vino dal colore rosso rubino, profumo morbido, con toni di ciliegia, rosa e mandorla. Il Superiore, proveniente da uve scelte, con affinamento minimo di un anno intensifica il sapore rendendolo più vellutato. Fiore all’occhiello della produzione il Recioto e l’Amarone. Il primo, storico simbolo dell’enologia locale, è ottenuto dall’appassimento delle uve conservate in particolari locali collinari, i fruttai, per 100/120 giorni così da renderlo amabile e dolcemente armonico. Dalla progressiva evoluzione del Recioto nasce il più secco e intensoAmarone, uno dei rossi pù pregiati d’Italia, risultato della rigorosa selezione delle uve e di cure minuziose in vigna e in cantina e prodotto in quantità limitate. Con sapore e profumo di grande intensità ed evidenti note di frutta passita, tabacco e spezie. Con corpo pieno, vigoroso l’Amarone si presta a lunghissimi invecchiamenti. La Valpolicella però offre molto altro. Accanto ai vigneti sulle colline chiese romaniche, come San Giorgio in Ganna del XII sec. con un ciborio di epoca longobarda (VIII sec.); intatti borghi medioevali dalle case in pietra, come Molina, noto per il Museo botanico della Lessinia e il Parco della Cascate, ricco di flora e di salti d’acqua e di sentieri per la visita; eleganti ville nobiliari, come la cinquecentesca Villa del Bene a Volargne o a Fumane la coeva Villa della Torre, entrambe con pregevoli affreschi. A Pedemonte villa S. Sofia ideata dal Palladio per conto di Marcantonio Serego. Dopo Novare di Arbizzano, ecco Villa Bertani costruita dall’architetto Adriano Cristofali nel XVIII sec. con suggestivo il parco e laghetto. In zona di ville storiche nulla di meglio allora che sceglierne una per soggiornare e scoprire il territorio intorno. Villa del Quar , a San Pietro in Cariano (Verona) nel cuore della Valpolicella, propone l’esperienza del soggiorno in una villa patrizia risalente al XVI secolo e rimaneggiata nel XVIII e convertita in esclusivo resort. Costruita sulle basi di una “mansio” romana, conserva al suo interno una cantina di quell’epoca dove vengono organizzate degustazioni dei vini prodotti dai vigneti circostanti. Apprezzata anche per il suo Ristorante Arquade, guidato dallo Chef Roberto Di Benedetto,Villa del Quar offre un soggiorno rilassante offrendo un vasto giardino con piscina, la luminosa veranda adorna di piante, i salotti, la sala da tè, sala fitness e sala convegni. Dodici camere doppie e tredici “lifestyle suites” con arredi che richiamano il neoclassicismo dell’architettura esterna e lo stile Impero (www.hotelvilladelquar.it – Tel. 045/6800681)