APRE PALAZZO BONAPARTE NUOVO PREZIOSO SPAZIO CULTURALE A ROMA

Davvero un evento l’apertura al pubblico di Palazzo Bonaparte, delizioso palazzetto barocco affacciato su Piazza Venezia a Roma e dimora romana fino dal 1818 al 1836 di una dama.

E che dama: Maria Letizia Ramolino Bonaparte madre dell’Empereur per antonomasia. Quel Napoleone capace di diventare da semplice caporale corso il più brillante generale della storia di Francia e, se non bastasse Imperatore. Conosciuto a tutti i romani per il trovarsi nel cuore storico della capitale, a due passi dai Fori e dal Colosseo, dalle merlature quattrocentesche dell’imponente Palazzo Venezia e dall’opulenza seicentesca dell’adiacente Palazzo Doria- Pamphilij non è però mai stato accessibile. Grande festa quindi in una Roma priva di nuovi spazi dedicati all’arte, si tratti di Fondazioni o di beni immobili istituzionali, per la generosità delle Assicurazioni Generali che ne sono proprietarie di restaurare l’edificio e di aprirlo al pubblico, in collaborazione con Arthemisia, leader nell’organizzazione di mostre, nell’ambito del programma Spazio generali Valore Cultura con la mostra Impressionisti segreti, aperta fino all’8 marzo 2010. Segreti gli Impressionisti visto che a Palazzo Bonaparte sono esposte oltre cinquanta opere di notevole importanza di Renoir, Monet, Pissarro, Sisley, Gauguin, provenienti da collezioni private e mai esposte in precedenza. Segreto il palazzo essendo Madama Letizia donna riservata e modesta che non amava uscire ma piuttosto ricevere in casa il meglio dell’élite romana e non solo. La mostra si dipana nell’appartamento privato fra tracce barocche, eleganti decorazioni neoclassiche e pregevoli affreschi su soffitti e pareti e di cui grazie a un attento restauro resta l’intimità. Appare come l’invito a casa di una dama rimasta sempre legata alla patria italiana ma impregnata di spirito francese. L’esposizione è curata da due grandi esperte dell’Impressionismo: Marianne Mathieu, direttrice del Museo Marmottan Monet di Parigi e da Claire Durant-Ruel discendente dal mercante d’arte che per primo comprese e sostenne il valore del movimento. Una corrente che nel 1874 sentenzia la fine dell’arte ufficiale, impregnata di storicismo e mitologia, di toni cupi e gravi per proporre immagini chiare, fluttuanti e piene di luce. Nasce con loro la pittura en plein-air con la volontà di esprimere le variazioni della luminosità su paesaggio e persone. Il pittore abbandona lo studio per dipingere nella natura e di conseguenza le tele dipinte su cavalletto riducono le dimensioni rispetto alla monumentalità della convenzionalità accademica. Parigi, al centro di ogni

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innovazione artistica, è in piena rivoluzione e dinamismo industriale e gli Impressionisti dipingono i nuovi Boulevards, le carrozze e la folla che li percorrono, la vita teatrale, le gite lungo la Senna, vedi il quadro di Monet L’Ile aux Orties, inno all’impalpabilità dell’aria o I pescatori bretoni di Gauguin o le vedute mediterranee sulla Costa Azzurra di Renoir. Spicca fra questi giganti un italiano:Federico Zandomeneghi, impregnato di atmosfere parigine le fissa sulla tela con grande eleganza e modernità come prova l’opera Sul Divano con due seducenti signore ritratte di spalle