“ Non abbiate paura “- diceva nel lontano 1978 Giovanni Paolo II, nella sua prima Omelia, diventata poi in tutto il mondo il sigillo del suo programma e rivelatasi profetica. Conteneva l’esortazione, soprattutto ai popoli allora sotto il regime Comunista, ad avere il coraggio di rivendicare libertà e scelte individuali.
Incitamento che Ottavia Ottavia Bianchi e Giorgio Latini, attori e registi, sembrano aver preso alla lettera con l’apertura dello spazio teatrale Altrove Teatro Studio, in Via Giorgio Scalia, 53 nel quartiere Prati a Roma. E coraggio ne occorre, in tempi di chiusura di sale teatrali, disaffezione del pubblico, concorrenza degli home video, per impegnarsi nella ristrutturazione di un vasto garage sotterrano e farne un luminoso e accogliente spazio teatrale, aperto alla drammaturgia e alle realtà del teatro contemporaneo e anche un’area-scuola per la formazione di giovani attori e per laboratori teatrali diretti da professionisti come Giuseppe Marini, Massimiliano Farau e Monica Vannucchi. Ottavia Bianchi oltre che attrice proveniente dall’Accademia d’Arte Silvio D’Amico è cantautrice e vocalist e insegnante di recitazione, educazione vocale e canto in diverse strutture didattiche. Giorgio Latini, formatosi all’Accademia d’Arte Drammatica Teatro Quirino Vittorio Gassman, è attore, doppiatore, autore regista e come docente si dedica in particolare alla parola e alla comunicazione. Il cartellone del Teatro Altrove vede in scena spettacoli legati tra loro da un filo rosso focalizzato sul testo e l’attore. Inizio il 23 febbraio e fino al 25 febbraio “Una culla sbagliata”, con Ottavia Bianchi e Flaminia Cuzzoli, testo e regia di Ottavia Bianchi. Tratto dalla biografia di Jeanette Winterson, scrittrice inglese il cui libro “Scritto sul corpo” è diventato un cult per la comunità lesbica internazionale. La commedia è la storia di tre donne in cerca della risposta a una sola domanda: perché è la perdita la misura dell’amore?Si prosegue il 16 e il 17 marzo con “Lungs”(Polmoni) , di Duncan Mc Millan, con Gabriele Cicirello e Francesca Florio, regia di Federico Gagliardi. Una coppia di giovani si trova con ironia all’improvviso di fronte al dilemma contemporaneo che riguarda tutte le nuove generazioni: è giusto mettere al mondo un altro essere umano? Dal 23 al 25 marzo sarà la volta di “Il Conte di Olavide”, di J. Rodolfo Wilcock, con Camilla Corsi, Alessandro Scaretti e Alessandro Lori, per la regia di Matteo Lolli. Un piéce incentrata sul non sense , fra droghe allucinogene, una domestica che semina distruzione strappando materassi e l’equipaggio di un aereo preso in ostaggio durante una scena dell’Amleto, il tutto in un continuo fluire di imprevedibili situazioni . Il 6 e il 7 aprile, “Blues in Sedici- Ballata della città dolente”, dal libro dell’ironico scrittore Stefano Benni, con Ottavia Bianchi, Giorgio Latini, Alessandra Mortelliti e Nicola Nicchi, accompagnati Giacomo Ronconi alla chitarra: un concerto blues per coro, voci recitanti e cantanti. Una restituzione in lettura e musica dalla penna di uno Stefano Benni crudo e metropolitano. Dal 13 al 15 Aprile “Tutto da Sola” di e con Giulia Nervi. Regia di Massimiliano Vado. Spettacolo di teatro-canzone che affronta il grande tema dell’amore, nel momento dell’abbandono. 21 e 22 Aprile toccherà “Telè” di Lorenza Sorino e Arturo Scognamiglio, con Arturo Scognamiglio. Storia di Telemaco D’Amore, ragazzino di una difficile Napoli. Abbandonato dal padre Telemaco, il piccolo affronterà un lungo viaggio fino in Svizzera in cerca di questa figura idealizzata. Serata unita il 25 maggio per “Atarassia”, di Chiara Arrigoni, con Massimo Leone, Andrea Ferrara e Chiara Arrigoni. Coinvolgente il tema: una società di ricerca avanzata ha trovato il modo di eliminare ogni traccia di dolore dall’essere umano.
Foto: lo scrittore Stefano Benni