PALAZZO DEI DIAMANTI FERRARA – DAL 22 SETTEMBRE AL 6 GENNAIO 2019
Sono cinquant’anni che l’Italia non rendeva omaggio a Gustave Courbet (1819- 1877) e finalmente si discolpa dedicandogli un’importante esposizione monografica, aperta dal 22 settembre fino al 6 gennaio 2029, in una sede prestigiosa: il rinascimentale Palazzo dei Diamanti, monumento simbolo di Ferrara, assieme
all’imponente castello estense. Considerato uno dei maggiori pittori dell’Ottocento e il padre del realismo, Courbet è stato artista impegnato e fuori dai canoni codificati dell’arte accademica e romantica del tempo. Basti pensare ai suoi audaci nudi, vedi in mostra “La bagnante”, dal Met di New York e il più conosciuto, “L’origine du monde”. Un quadro scandaloso per l’epoca per l’eloquente primo piano della più nascosta intimità femminile. Altrettanto provocatorie tele come “Fanciulle sulle rive della Senna”, un capolavoro in cui l’artista sceglie un soggetto inedito e moderno: due ragazze della cerchia bohémien parigina in un momento d’abbandono in riva al fiume. L’opera, aspramente criticata al Salon del 1857 per sensualità delle ragazze, inaugurerà la grande fortuna pittorica delle rive della Senna, soggetto costante per gli impressionisti una generazione dopo.In parallelo alla visione verista del quotidiano l’artista, nato da una famiglia di proprietari terrieri e vissuto a lungo in campagna, accompagna una visione della natura raccontata in modo nuovo, tanto da essere considerato progenitore dell’Impressionismo. Possenti marine battute dalla tempesta nel nord della Francia e paesaggi rocciosi della regione della Mosa in Belgio, misteriose voragini carsiche da cui scaturiscono imperiosi torrenti in una natura esuberante. Questi i soggetti.. Peculiare di Corbet la rappresentazione di scene di caccia invernali ambientate nella natia Franca Contea che gli permettevano di rappresentare e riprodurre sulla tela”Les demoiselles du bord de la Seine (été)”. Huile sur toile,
1857. Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris, Petit Palais.sottigliezze cromatiche di luci ed ombre sulla neve come in “ Cacciatore a cavallo” (della Yale University Art Gallery). Altro oggetto di studio le onde tumultuose nel momento in cui stanno per riversarsi violentemente contro la riva e che diventano uniche protagoniste in una serie di famose tele. La mostra ferrarese attraverso una cinquantina di tele provenienti dai più importanti musei del mondo consentirà al visitatore di immergersi nel percorso creativo di un pittore capace guidare l’arte francese verso la realtà. “L’arte deve essere al servizio della verità”- affermava l’artista. Inviso all’arte accademica, ancorata agli stilemi classici e freddi di David o a un esasperato e dolciastro romanticismo, dovette aspettare fino al 1848, con la caduta di Luigi Filippo e la seconda Repubblica e la conseguente abolizione della censura, per essere ammesso all’ambito annuale Salon espositivo parigino, punto di riferimento per i pittori dell’epoca. Alla mostra si affiancano visite guidate e conferenze oltre al nuovo spazio Off side dedicato a artisti contemporanei che propongono uno sguardo attuale sulle questioni aperte dalle esposizioni allestite in contemporanea nel percorso tradizionale. In questo caso Flavio de Marco che con “Figure” rielabora e si confronta con l’interesse di Courbet con la figura umana e la francese Eva Jospin il cui tema prediletto e’ la foresta, con il suo immaginario oscuro e incantato. Questa viene evocata attraverso un processo paziente di ritaglio, assemblaggio e sovrapposizione e in imponenti installazioni in cartone prendono forma intricate trame alberate e fitti boschi a dimensione reale. Un orizzonte di carta che nonostante la povertà del mezzo appare ricco di risonanze fiabesche, oniriche o avventurose.
Per informazioni e prenotazioni: Consorzio Visit Ferrara www.visitferrara.eu