Dolomiti Superski compie 50 anni

Mezzo secolo al servizio del turismo montano nello scenario unico delle Dolomiti.

Era la stagione invernale 1974-1975 quando quello che oggi conosciamo come Dolomiti Superski compiva i primi passi. In realtà, fu ideato nel 1973, dapprima come associazione Superski Dolomiti: poi, nell’ottobre 1984, divenne Federconsorzi Dolomiti Superski, e oggi riunisce 12 valli del territorio dolomitico, dove gli impianti, ben 450, e i 1200 chilometri di piste sono tutti fruibili con un unico skipass, senza confini tra le singole zone. Una realtà unica al mondo perché attraversa l’incomparabile panorama dolomitico, patrimonio dell’umanità, a cavallo tra il Veneto, il Trentino e l’Alto Adige. L’idea di riunire le diverse zone sciistiche sulle Dolomiti era nata già negli anni ’60, quando un gruppo di operatori del settore turistico cercarono di trovare una soluzione. Il territorio però era troppo vasto per quei tempi e per la tecnologia di allora; basti pensare che non esisteva ancora l’innevamento programmato. Bisogna arrivare al 1973, quando alcuni imprenditori degli impianti e del turismo, riprendono l’idea e presentano al pubblico una cartina del territorio riportante tutti gli impianti di risalita e le piste da sci dell’epoca, operanti sulle Dolomiti. Cosi, appena un anno dopo, nel 1974 venne fondato il Superski Dolomiti, che permetteva di utilizzare tutti gli impianti di risalita aderenti, con un unico skipass, senza dover più pagare il biglietto in ogni comprensorio. Fu questa soluzione davvero innovativa a lanciare la fama del Sellaronda e la possibilità di percorrere sci ai piedi le quattro valli intorno al Gruppo del Sella. Il primo presidente della nuova organizzazione, che mantenne la sua prima sede a Cortina d’Ampezzo fino alla fine del 1979, fu Gianni Marzola, milanese di nascita e gardenese di adozione, che ricoprì questo incarico per ben 26 anni. Gli subentra nel 2000 Fiorenzo Perathoner di Canazei, che a sua volta lascerà il posto a Sandro Lazzari, anch’egli milanese trapiantato a Selva Gardena, nel 2008. Nei primi anni sarà Bepi Majoni, segretario del Consorzio Impianti di Cortina, a svolgere le funzioni basilari della gestione della nuova associazione. Tra i soci fondatori dell’allora Superski Dolomiti c’era anche Franz Perathoner di Selva Gardena, che, a partire dal 1975 ricopre l’incarico di Direttore Generale di Dolomiti Superski fino alla fine del 2012, per passare poi il testimone all’attuale Direttore Generale, Thomas Mussner. Presidente del CdA è oggi Andrea Varallo. Un anno dopo la fondazione, nel 1975, gli impianti dell’Alta Pusteria entrano a far parte del consorzio, portando gli impianti da 250 a 306. Nel 1976, l’ampliamento avviene a sud e a est, con la Val di Fiemme/Obereggen e San Martino di Castrozza: 347 impianti e 930 km di piste. La Valle Isarco (oggi Rio Pusteria-Bressanone), con le sue zone sciistiche Plose, Jochtal e Gitschberg, si aggregano nel 1979, facendo crescere l’offerta delle piste a 1.000 km. Nel 1984 è la volta delle Tre Valli (oggi Alpe Lusia-San Pellegrino-Falcade). Nel 1993 entra anche il comprensorio sciistico Civetta. I chilometri di pista diventano 1.200 e gli impianti 450. Nel 2000, anche la Marmolada diventa membro della destinazione sciistica dolomitica. In cinquanta anni di attività e di collaborazione tra valli e province, questo grande consorzio ha avuto anche il merito di essere un volano per lo sviluppo turistico di molte località che si affacciano lungo i percorsi delle piste. Tornando indietro nel tempo, sappiamo che sulle Dolomiti si sciava già dalla fine del XIX Secolo. I primi turisti invernali facevano parte di famiglie delle nobiltà asburgiche, tedesche e inglesi. Non esistevano mezzi di risalita: lo sci veniva praticato scendendo sui pendii, rigorosamente ricoperti di neve non battuta, che venivano scalati a piedi, sci in spalla. Era una gran fatica e presto si cercarono soluzioni per rendere più comodo quel divertimento di pochi audaci che si trasformò in attività sportiva per tanti. L’inventiva dei pionieri portò alla costruzione delle prime teleferiche in ambiente montano (Bolzano-Colle, Lana-Monte San Vigilio, Cortina-Pocol), che agli inizi erano più di vocazione estiva, per il trasporto di persone. Seguono poi, nei primi anni ’30, le slittovie in Alta Badia, in Val Gardena e all’Alpe di Siusi, per poi lasciare il posto ai primi skilift a traino, tecnologia impiegata ancora oggi. Il primo grande salto di qualità tecnologico si ha nell’immediato dopoguerra, quando nel 1946 fa la sua apparizione al Col Alt di Corvara la prima seggiovia monoposto omologata in Italia. In seguito, il sistema dilaga e diventa, con gli ovvi sviluppi, la tecnologia leader per il trasporto degli sciatori. Il secondo salto innovativo ha luogo nel 1978 con l’avvento dei primi impianti ad ammorsamento automatico in Italia, con la seggiovia triposto Miara di San Vigilio di Marebbe. Da qui, il passaggio alle cabinovie ad agganciamento automatico e più avanti, agli impianti di ultima generazione che in prospettiva subiranno ulteriore evoluzione in termini di sicurezza ed efficienza. Lo sviluppo di questo grande consorzio che si traduce in un vasto complesso di comprensori ha avuto anche un effetto volano nella promozione di attività turistiche anche nelle zone meno frequentate delle 12 valli: alberghi, pensioni, rifugi in quota e negozi di vario genere sono presenti nei pressi delle stazioni di partenza ed arrivo degli impianti, lungo le piste e in tutte le località anche minori. La complessità dell’intero sistema ha avuto anche un importante indotto industriale nelle province di Bolzano Trento e Belluno. Alcuni esempi sono le ditte Leitner e Doppelmayr con Agudio e Agamatic nel settore del trasporto a fune, la Technoalpin, oggi leader mondiale nella produzione di sistemi di innevamento programmato, così come anche la Demaclenko, la Prinoth nel settore battipista assieme alla Leitner, nonché numerosi produttori di sistemi di elettronici per impianti a fune, di innevamento e sistemi di controllo accessi. Il Consorzio punta anche ad un turismo sostenibile e green, adottando battipista ibridi per contenere le emissioni. Sono stati adottati anche sistemi telematici avanzati per facilitare l’accesso agli impianti, il controllo delle piste, l’orientamento degli sciatori e la loro sicurezza. La Federconsorzi Dolomiti Superski conta oggi 130 società affiliate e circa 3000 collaboratori impegnati nei vari settori. Nella lontana stagione 1973-74 i passaggi agli impianti furono oltre 5.500.000; nella passata stagione i “beep” ai tornelli hanno raggiunto i 170 milioni. Il segreto di questo successo crescente, secondo Sandro Lazzari, presidente dal 2008 al 2020, sta nella libertà con la quale i turisti riescono a muoversi da una valle all’altra, sullo sfondo meraviglioso delle vette dolomitiche, Patrimonio dell’UNESCO. Dolomiti Superski si declina anche nella stagione estiva con “Dolomiti Supersummer”: 140 impianti aperti, 10mila chilometri di sentieri segnati e 450 percorsi per Mountainbike. Montagna accessibile per tutti, sia in estate, sia in inverno, nel pieno rispetto dell’ambiente e della sostenibilità dello sviluppo economico. La stagione 2024-25 è alle porte: sabato 30 novembre, verranno accesi gli impianti di risalita nei comprensori di Cortina d’Ampezzo, Plan de Corones, 3 Cime Dolomites, Val di Fiemme-Obereggen, Alpe Lusia-San Pellegrino e Civetta mentre è prevista per il 5 dicembre 2024 l’apertura delle valli centrali, compresa la Sellaronda. Entro il 7 dicembre, tutte le 12 zone sciistiche delle Dolomiti saranno operative, a seconda delle condizioni meteo e di innevamento. Buon Compleanno, Dolomiti Superski e complimenti per questi primi 50 anni!
Foto fornite dal Consorzio Dolomiti Superski