Il maestro valenciano della luce e del colore presente a Valencia in tante mostre a lui dedicate nel centenario della morte
A Joaquín Sorolla nel centesimo anniversario della morte sono state dedicate varie mostre, le più significative quelle a Valencia dove nacque. I
temi preferiti dal pittore,
che realizzò nel corso della sua vita oltre 2.200 opere, sono: il mare, i giardini, i ritratti e le scene di genere. I dipinti all’aperto dell’artista sono quelli più noti, le immagini di genere raccontano storie catturate sulla tela nella luce e nell’atmosfera dell’ambiente di vita. Sorolla lavorava sempre all’aperto cercando di evitare di dipingere nella stanza chiusa dello studio, che lui paragonava ad un garage, dove si poteva al massimo fare una riparazione. Da giovane, utilizzando fuochi d’artificio per rendere il fumo dell’artiglieria, creò una scena fortemente realistica. I ritratti di famiglia sono circa 700 e sono fra i più numerosi, si distinguono per l’originalità, la naturalezza e l’affetto che emanano. In molte delle sue splendide tele, Sorolla racconta l’amore per la sua Clotilde, moglie, musa e vera compagna di vita, e per i tre figli, María, Joaquín ed Elena spesso raffigurati nei suoi quadri. Appena ventunenne, ottenne una borsa di studio dalla Deputazione Provinciale per andare a formarsi in Italia dove visitò Pisa, Firenze, Venezia, Napoli e Roma, per studiare la grande arte classica e rinascimentale, grazie al successo della sua opera “El grito del Palleter” avente per tema la guerra d’indipendenza spagnola. In seguito venne spesso in Italia affascinato dalla cultura greco-romana. Si recò a Napoli restando colpito dal Vesuvio e dal golfo nonché dai colori dell’ambiente partenopeo, dove dipinse olii ed acquerelli acquistati da mercanti locali. Una di queste opere è “Niña italiana”, oggi al Museo Sorolla.
Nel 1886, Sorolla realizzò un quadro di grandi dimensioni per partecipare all’Esposizione Nazionale di Madrid: “El entierro de Cristo”, il cui esempio del verismo napoletano del pittore Domenico Morelli pare più che un riferimento generico, il maestro napoletano aveva dipinto “L’imbalsamazione di Cristo” che Sorolla certamente conosceva. A Napoli visitò il Museo Archeologico Nazionale, realizzando soggetti neo-pompeiani, così in voga in area partenopea. In questa città per lungo tempo fu la figura più in vista tra i pittori partenopei, sui quali non mancò di esercitare una notevole influenza. Il legami di Valencia con Napoli sono stati sempre molto stretti, nel centro storico di Valencia una piazza alberata porta il nome Plaza Napoles y Sicilia. Il suo stile inizialmente vicino al realismo caravaggesco, nella maturità divenne più decisamente pittorico e attento ai valori cromatici e luminosi. Una delle mostre più complete è quella allestita dalla Fondazione Bancaja di Valencia in collaborazione con il Museo Sorolla e la Fondazione Museo Sorolla. L’esposizione dal titolo “Sorolla in nero”, mostra per la prima volta a Valencia una nuova lettura dell’opera di Sorolla che focalizza l’attenzione sull’importanza del colore nero nei quadri dell’artista, riconosciuto per la sua espressione pittorica di luce e colore. La mostra si sofferma sull’importanza del colore nero presente nelle linee del pittore valenciano più famoso a livello internazionale. L’evento curato da Carlos Reyero, dichiarato di Eccezionale Interesse Pubblico, rivela la presenza del nero, che può considerarsi come l’antitesi del colore, nella pittura di Sorolla che invece ha utilizzato il colore per rappresentare lo splendore della natura, consente di capire e apprezzare l’artista in tutta la
sua complessità. La mostra riunisce un centinaio di opere del maestro, alcune delle quali nel 2022 sono state esposte a Madrid nel Museo Sorolla, presentandosi ora a Valencia in forma ampliata con quadri che vengono esposti per la prima volta al pubblico. Le opere provengono da una vasta gamma di istituzioni pubbliche e private, a cui si aggiungono opere della Fondazione Bancaja e venti collezioni private. Insieme alle tele, datate tra il 1887 e il 1920, sono esposte fotografie, appunti di colore, un album di stampe giapponesi e una tavolozza del pittore. L’uso del nero da parte di Sorolla deriva dalla tradizione pittorica spagnola, dalla sua conoscenza di Velázquez, El Greco o Goya, per diventare un elemento di espressività, suggerendo stati pieni di sentimento e reinterpretato come un colore che traduce la modernità del suo tempo e della sua sobria eleganza. I grigi sono considerati colori eleganti e cosmopoliti, tipici del buon gusto. Nelle figure femminili l’eleganza o la loro sensualità è percepita nell’abito nero; nei ritratti maschili l’abbigliamento scuro è simbolo di serietà, responsabilità e discrezione. La mostra, che si potrà visitare fino al 10 settembre, è suddivisa in quattro sezioni: “Armonia in nero e grigio”; “Nero simbolico”; “Superfici nere e scure” e “Monocromie”. Il percorso inizia con gli accordi cromatici del nero e del grigio nei ritratti che conferiscono alla sua pittura una personalità particolare e prosegue con il simbolismo e il significato culturale del colore nero che permea il tempo e l’opera del pittore naturalista. Il percorso espositivo analizza il nuovo uso del nero, che si è concretizzato nell’Ottocento come creatore di contrasti radicali ed esaltatore degli altri colori. Concludono il percorso espositivo i monocromi che implicano un
singolare esercizio di virtuosismo tecnico. Grazie alla Fondazione Bancaja si possono ammirare a Valencia, dove il ricordo di Sorolla è più vivo che mai, le opere della produzione artistica di questo magnifico pittore valenciano in occasione del primo centenario della sua morte. A Valencia si possono visitare i luoghi più importanti della carriera di Sorolla, le strade e le spiagge che tante volte troviamo nei suoi quadri. Lo Chef Jorge de Andrés ha creato il “Menù Sorolla, Visione e Sapori della Spagna”, formato da 14 piatti che si rifanno alle opere dell’artista realizzate per la biblioteca dell’Hispanic Society of America di New York, un lavoro impegnativo di una serie di pannelli a olio di tre metri e mezzo d’altezza per una lunghezza complessiva di circa 70 metri, che illustra i vari aspetti della vita e della cultura spagnola attraverso le sue Regioni. E’ stato realizzato anche un itinerario ciclo-turistico attraverso i principali emblemi dell’arte, dell’architettura e del design, percorrendo in bicicletta Valencia ammirando i luoghi che più di tutti sono legati alla vita e all’opera dell’artista. Il tour consente una passeggiata nei Giardini del Turia, una grande area verde di 1O km di lunghezza chiusa al traffico, con tante opere architettoniche, fino alla Città delle Arti e delle Scienze. Recentemente è stato avviato un servizio di noleggio di bici con più di 2.500 biciclette suddivise in 250 stazioni. Il giro si conclude nel quartiere della marina del Cabanyal e della Malvarosa, entrambi luoghi di ispirazione dell’artista, il quale fu abbagliato dalla luce del Mediterraneo che trasferì sulle sue tele con colori vibranti applicati con pennellate sciolte e sicure. Sorolla sarà il protagonista della più grande esposizione di tecniche audiovisive digitali nei pressi del mar
Mediterraneo, dove l’artista dipinse gran parte delle sue opere. Valencia si tinge del colore dei suoi quadri nella prima esposizione immersiva e interattiva sul pittore e la sua opera e il contesto storico, sociale e culturale del suo tempo. Sono stati allestiti per l’occasione alla marina di Valencia 1.000 metri quadrati di schermi, con proiezioni a trecentosessanta gradi, per l’esposizione “Sorolla, una nuova dimensione” aperta fino al 31 luglio. Grazie alle nuove tecnologie si potrà avere un’esperienza unica che consentirà di conoscere l’artista nella società di oggi.