La più grande delle Cicladi, ricca di energia, è meta ideale in autunno.
La sua posizione strategica al centro del Mare Egeo, la sua vicinanza con Paros, Mykonos e Santorini, la sua offerta turistica più variegata e anche a buon prezzo, ne fanno una destinazione privilegiata rispetto ad altre isole greche. Il suo punto di forza sono i collegamenti: in alta stagione, sei voli al giorno dall’aeroporto di Atene e poi traghetti e ferryboat veloci mattina, pomeriggio e sera, per raggiungere il Pireo, Rafina e molte altre isole vicine e lontane. In bassa stagione le linee si riducono, ma l’isola è sempre ben raggiungibile.
Conosciuta soprattuto per le sue lunghe spiaggie sulla costa occidentale, Naxos vanta una storia lunghissima come dimostrano le sue testimonianze archeologiche. Famosa è la “Portara”, resti della porta marmorea di un tempio mai finito rivolto verso l’isola di Delos, sacra ad Apollo. Attraverso la Portara oggi passa solo il vento, mentre migliaia di turisti la affollano intorno per fotografarla con tutte le luci dall’alba al tramonto. Il più grande centro urbano dell’isola, adiacente al porto, la cosìdetta “Chora” è un dedalo di viuzze che sale fino al castello veneziano che fu sede dei Duchi di Nasso, dove sorge anche la Chiesa Cattolica e i locali dell’antico convento delle Orsoline, oggi adibito a centro culturale ed espositivo. A Naxos, come in altre isole delle Cicladi convivono in armonia con gli Ortodossi piccole comunità di Cattolici anche greci.
Dal punto di vista turistico, l’asso nella manica di Nasso è proprio la lunga distesa di spiagge sulla costa occidentale, che nell’Egeo ha pochi rivali. Dalla Chora ad Aghios Prokopios, giudicato uno dei litorali più belli del mediterraneo, da Aghia Ana fino a Mikri Vigla, punto di riferimento per gli appassionati di Kite e di Windsurf. Da Kastraki, fino al parco naturale di Alikò, con i suoi arenili mozzafiato prediletti anche dalle tartarughe marine. Spingendosi invece verso Nord con una strada ben tenuta ma piena di curve si scoprono scorci di un territorio che sembra assai diverso dalla zona più turistica della Chora che abbiamo lasciato alle spalle. Quando il Meltemi (vento da settentrione) non soffia troppo è assai gradevole un bagno nella spiaggia di Apollonas e un pranzetto di pesce nelle taverne del paesino.
Poco lontano si può ammirare il Kouros, una gigantesca statua di Dionisio, anch’essa rimasta incompiuta: 80 tonnellate e oltre 10 metri di marmo rimasti inclusi nella cava non si bene per quale ragione. L’antico dio del vino ci ricorda che proprio in questa zona, spingendosi verso l’interno, inizia l’area a vocazione vitivinicola. Il vino di Nasso era noto fin da tempi assai remoti. Oggi, se ne produce una modesta quantità, destinata per lo più ai ristoranti, alle taverne e al consumo locale. E’ un vino ambrato secco, che ricorda lo sherry, il porto o il marsala senza arrivare ad una eccessiva gradazione alcolica, ma gustoso nell’accompagnare i piatti della cucina greca. Addentrandosi verso l’interno, possiamo raggiungere Koronos, un grazioso paesino di montagna che si sviluppa sulle pareti di una gola.
Sono rinomate le sue taverne che propongono specialità dell’isola. Non dimentichiamo che Naxos ha un discreto rilievo montuoso. Il monte Zas, con i suoi 1004 metri è la montagna più alta delle Cicladi, assicura acqua all’isola e sentieri anche impegnativi agli escursionisti. Interessante è la sua grotta, raggiungibile pure da camminatori di medio livello. Da non perdere nell’interno dell’isola sono il villaggio di Filoti: un anfitetaro di case ben riparate dal vento; Chalki, con i suoi ulivi secolari e Sangri con le sue residenze tradizionali ben arredate. Vicino a quest’ultimo, si trovano i resti del tempio di Demetra che dominava le distese di grano che si spingevano fino al mare. Un altro paesino da visitare è Apiranthos con le sue taverne e le botteghe di artigianato locale.
Da qui, una strada ripida e tortuosa conduce fino a Moutsouna, sulla costa orientale: è un piccolo villaggio con un porticciolo dove un tempo imbarcavano per l’esportazione lo smeriglio, estratto da miniere che si possono ancora vedere nell’entroterra. Da Moutsouna fino a Panormos, verso il tratto sud orientale , è come se fossimo su un’altra isola: poche case, pochi “studios”, piccole spiagge deliziose dirimpettaie delle Piccole Cicladi. Sul mare, all’orizzonte, i profili di Donoussa, Koufonissi e Schinoussa. A oltre 35 chilometri dalla affollata Chora, questa parte di Naxos è la scenografia ancora viva della Grecia di un tempo. A Moutsouna, tre taverne propongono piatti di pesce e, quando è stagione, anche aragoste. Visitando Naxos in tutte le sue multiformi dimensioni è difficile fuggire dal desiderio di restare qui per sempre, come fu per Arianna che, secondo il mito, fu abbandonata a Nasso da Teseo, dopo aver ucciso il Minotauro, da cui l’espressione tutt’ora in uso di “piantata in asso.”
E sono molti gli italiani, i francesi e gli inglesi che hanno lasciato tutto e sono venuti a vivere qui, per godersi la luce e l’energia positiva di questa terra intensamente radiosa al centro dell’Egeo. Lo dimostrano i prezzi delle case che, come ha rilevato anche la stampa economica, sono in controtendenza rispetto alla terraferma. Nel periodo estivo l’isola può accogliere fino a 200mila persone, ma nei mesi invernali gli abitanti non sono più di 22mila, stranieri compresi. A differenza di molte altre isole, Naxos ha tutto: acqua, agricoltura, allevamenti, vari supermarket, negozi, scuole e perfino un ospedale. E’ un’isola luminosa e felice dove è possibile abbandonare le preoccupazioni e la vita frenetica delle città europee: basta convivere con i colori sempre diversi di ogni alba e di ogni tramonto e lasciarsi accarezzare dal vento che qundo soffia forte porta via tutti i pensieri.
Foto: Carlo Sacchettoni