CINEMA E CREATIVITA’ SI INCONTRANO A FIRENZE DAL 14 AL 18 NOVEMBRE
Costante l’incremento neli ultimi del rapporto fra immagini in movimento ed arte. Le video installazioni, le performances , spesso registrate e ritrasmesse in video, sono ormai un’espressione della creatività . Non pochi infatti gli artisti che scelgono di esprimersi non solo attraverso pittura e scultura ma utilizzando le più attuali tecnologie video, realtà virtuale compresa. Interessante ed attuale l’undicesima edizione del Festival Lo Schermo dell’Arte, aperto a Firenze dal 14 al 18 novembre in luoghi suggestivi come Le Murate, Palazzo Medici Riccardi, Palazzo Strozzi. Oltre cinquanta gli ospiti, tra artisti, registi, produttori e addetti ai lavori. “Oggi, le moving images fanno parte a tutti gli effetti del sistema dell’arte grazie anche alla comunicazione via rete- sottolinea Silvia Lucchesi direttore del Festival – Ogni anno una comunità internazionale di artisti, filmmaker, curatori, produttori, distributori, collezionisti si incontrano qui dando vita a nuove collaborazioni e ad un confronto sempre rinnovato da condividere con il pubblico”. Serata di apertura il 14 novembre con il regista inglese Peter Greenaway, autore di pellicole cult come I misteri del giardino di Compton House (1982), Il ventre dell’architetto (1987), Nightwatching (2007), che presenterà la lecture The Open Air dedicata al suo prossimo film Walking to Paris, racconto del viaggio che, tra il 1903 e il 1904, il giovane scultore romeno Costantin Brancusi intraprese a piedi dal suo paese per raggiungere Parigi, dove si affermerà come esponente del rinnovamento artistico del Novecento. Nella stessa serata due anteprime di film di artisti italiani: 100 Piper. Breve storia del Piper di Torino (1966-1969) di Rä di Martino dedicato al leggendario Piper Club di Torino, attivo dal 1966 al 1969 è stato non solo locale per la discomusic ma importante spazio non istituzionale per l’arte contemporanea, frequentato da artisti come Alighiero Boetti, , Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano e l’installazione Zeus Machine del collettivo Zapruder, dedicata alla figura di Ercole e al suo mito. A conferma del rapporto tra cinema e arte, il festival riunisce circa 25 film tra lungometraggi e corti d’artista e documentari come, in anteprima italiana, Kusama -Infinity di Heather Lenz, dedicato alla novantenne artista giapponese Yayoi Kusama, una delle figure più celebri della scena contemporanea. Mentre The End of Fear (2017) di Barbara Visser ricostruisce la vicenda dello scempio subito nel 1986 dal dipinto Who is Afraid of Red, Yellow and Blue III del celebre astrattista americano Barnett Newman, tela che allo Stedelijk Museum di Amsterdam venne attaccato a colpi di coltello da uno squilibrato. Love, Cecil di Lisa Immordino Vreeland, Stati Uniti (2017), racconta la complessa personalità del designer e fotografo di moda Cecil Beaton, ritrattista ufficiale della Regina Elisabetta. Vari film d’artista si succederanno nel fitto programma consultabile sul sito www.schermodellarte.org/festival-2018. Tra i corti da segnalare Monelle del giovane artista italiano Diego Marcon, vincitore del MAXXI Bulgari Prize 2018, dedicato alla celebre Casa del Fascio di Como dell’architetto razionalista Giuseppe Terragni. In parallelo negli spazi dell’ex Monastero quattrocentesco alle Murate sarà aperta la mostra European Identities. New Geographies in Artists’ Film and Video, a cura di Leonardo Bigazzi. Protagoniste le opere di 12 giovani artisti residenti in Europa che lavorano con le immagini in movimento. Tavola rotonda il 16 a Palazzo Medici Riccardi dedicata all’utilizzo del cinema documentario da parte degli artisti contemporanei come mezzo privilegiato per indagare e raccontare il mondo che ci circonda. Altri fermenti di attualità per una Firenze troppo spesso chiusa fra i suoi passati splendori sono offerti dall’importante Mostra 2019 dedicata a Marina Abramovic , la più rappresentativa performing artist contemporanea, aperta a Palazzo Strozzi fino al 20 gennaio. Idem per quella ospitata al Museo del Novecento in Piazza Santa Maria Novella e intitolata a Piero Manzoni, uno dei maggiori sperimentatori e innovatori del secolo passato oggetto ancora oggi di incomprensioni e critiche. Vale la pena di rendersi conto di come oltre a Merde d’artiste, abbia fatto molto di più.